Asse attrezzato a pagamentoil Governo: "Andiamo avanti"

Il viceministro per le infrastrutture, il leghista Roberto Castelli, ha infatti espresso parere negativo a una risoluzione del Pd che prevedeva un ripensamento complessivo sul tema sottolineando che il governo è intenzionato ad andare avanti sui pedaggi per le strade

ROMA. Doccia fredda per chi sperava in un ripensamento del governo sull'istituzione del pedaggio per l'asse attrezzato Chieti-Pescara e su altre strade a gestione Anas come il Grande raccordo anulare di Roma, la Salerno-Reggio e la Firenze-Siena ed altri raccordi. Il viceministro per le infrastrutture, il leghista Roberto Castelli, ha infatti espresso parere negativo a una risoluzione del Pd che prevedeva un ripensamento complessivo sul tema sottolineando che il governo è intenzionato ad andare avanti sui pedaggi per le strade.

"Le Camere avevano già votato sì l'anno scorso al decreto che istituisce i pedaggi", ha detto Castelli durante la seduta della commissione Ambiente della Camera. La risoluzione, firmata da tutto il gruppo del Pd, definisce "assolutamente ingiustificato e privo di ogni fondamento" l'elenco dei raccordi e delle superstrade a gestione Anas da sottoporre a pedaggio identificati da un Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri nel giugno del 2010.

Tale elenco, oltre all'Asse attrezzato Chieti-Pescara, comprende il Gra, la Roma-Fiumicino, la Salerno-Reggio Calabria, la diramazione di Catania della A18, la tangenziale ovest di Catania, la A19 Palermo-Catania, il raccordo Salerno-Avellino, la Siena-Firenze, la Bettolle-Perugia, la Ferrara-Porto Garibaldi, il raccordo di Benevento, la Torino-Caselle, il raccordo Ascoli-Porto D'Ascoliil raccordo A4-Trieste-Fernetti, la raccordo Sicignano-Potenza. Una sentenza del Tar ha però sospeso gli effetti del Decreto.

La risoluzione del Pd chiedeva che possano essere sottoposti a pedaggio solo le tratte "con requisiti strutturali" come quelli delle autostrade, e ad escludere una serie di strade: quelle "per le quali non esiste adeguata e funzionale rete stradale alternativa", quelli su cui non sono stati completati "i lavori di ammodernamento e messa in sicurezza", e in ogni caso quelli "i tratti qualificabili come strade extraurbane", come appunto il Gra o la Roma-Fiumicino. E poi andrebbero esclusi dal pedaggio "i cittadini residenti e le imprese presenti sul territorio". In ogni caso sui futuri Decreti che identificano le tratte pedaggiabili dovrebbe esserci "un preventivo confronto nelle competenti sedi parlamentari", cioè la commissioni Ambiente e infrastrutture.

Al posto dei pedaggi la risoluzione Iannuzzi propone al governo di "prevedere forme e modalità di finanziamento per le attività dell'Anas di gestione e manutenzione della rete" con "risorse permanenti e ordinarie nel bilancio statale". Il viceministro Roberto Castelli (Lega Nord) ha risposto picche su tutta la linea. Innanzitutto ha sottolineato che il Parlamento "si è già espresso a favore del pedaggiamento di alcune tratte e raccordi autostradali a diretta gestione dell'ANAS", nel momento in cui l'anno scorso ha convertito in legge il decreto 78, e il Governo non fa altro che "attuare la volontà del Parlamento". Di qui il parere "contrario" alla risoluzione di Iannuzzi, anche perchè il decreto 78 non prevedeva il parere delle commissioni parlamentari.

In commissione è in discussione anche una risoluzione del Pdl a prima firma di Vincenzo Gibiino che ha in comune all'altro testo alcuni impegni per il governo, come quello di escludere dal pedaggio le tratte prive di alternative e quelle che non sono state ristrutturate. Su questa Castelli ha dato parere positivo. La seduta è stata sospesa per tentare una mediazione e giungere ad un testo bipartisan, ma tale mediazione è saltata in queste ore e mercoledì si procederà al voto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA