Atenei federati? Si può fare

D'Amico (Pd) e Costantini (Idv) promuovono il progetto

PESCARA. Federare gli atenei di Teramo e L'Aquila? Si può fare. La riformulazione suggerita dal rettore Ferdinando di Orio sembra aver superato il primo muro di scetticismo e aperto una breccia importante in vista della realizzazione di un modello già ben collaudato dall'università d'Annunzio Chieti-Pescara.

Convince l'idea di sfruttare la complementarietà delle discipline accademiche salvaguardando l'autonomia dei due atenei, tanto da far dire al capogruppo dell'Italia dei valori, Carlo Costantini, che la proposta del rettore aquilano «fotografa bene il presente e si proietta nel futuro». A dare una valutazione favorevole all'iniziativa, dopo le polemiche e le punte di campanilismo affiorate nei giorni scorsi tra le due città, è anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Giovanni D'Amico (Pd). «La proposta del rettore di Orio va raccolta con favore e attenzione», commenta, «nella prospettiva di rafforzare i poli universitari abruzzesi in termini di sviluppo delle eccellenze nella ricerca come nella didattica».

Un piano strategico comune tra i due atenei può dunque avviare la nuova fase programmatoria. «Sarebbe una interessante evoluzione», spiega il vicepresidente dell'assemblea regionale, «dal vecchio modello del centro specialistico legato a un ambito territoriale». Per D'Amico, i comprensori aquilano e teramano protrebbero avvalersi dell'idea di federare le università anche in ragione delle politiche di sviluppo. «Il modello federativo appare infatti come il più appropriato in chiave economica. In questo senso, credo di poter interpretare e condividere la posizione dei consiglieri Ruffini e Di Luca, i quali sollecitano un'accelerazione dell'integrazione dei servizi sanitari, così come ha già avviato la Asl teramana». D'Amico suggerisce di estendere lo stesso schema alle specialità dell'ateneo teramano, come quelle collegate alla facoltà di Agraria e Veterinaria.

Costantini va persino oltre e ritiene che la proposta federativa formulata dal rettore di Orio, «è forse l'unica in grado di assicurare lo sviluppo di due atenei messi letteralmente alla canna del gas dalle riforme del ministro Gelmini». Proposta che, a giudizio del leader dell'Idv, renderebbe «digeribili alle comunità locali, e più comprensibili sul piano strategico, alcune scelte come le convenzioni attuate dalla facoltà di Medicina dell'Aquila con l'ospedale di Sant'Omero». Così, se il nuovo quadro legislativo taglia risorse alle università e premia quelle che si aggregano, «nessuno può dire no senza avanzare proposte altrettanto concreta e capaci di assicurare le medesime condizioni di sopravvivenza e sviluppo dei due poli universitari. Immaginare», prosegue Costantini, «di poter affrontare le sfide del futuro senza ripensare profondamente le architetture istituzionali, incluse quelle dei Comuni, che in questi mesi sono al centro di un intenso dibattito per ora circoscritto a Pescara, Spoltore e Montesilvano, vuol dire esprimere posizioni conservatrici, destinate a rendere marginale il ruolo della Regione». (f.c.)

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