LA TRAGEDIA

Autista merci pericolose: "Siamo come piloti di aereo" / VIDEO

Maurizio Ciccotelli del Cipaa di Popoli parla dell'incidente e dell'esplosione che ieri ha devastato la tangenziale di Bologna

BOLOGNA. «Viaggiare con carichi di merci pericolose, come infiammabili, corrosivi e inquinanti non ci crea particolare apprensione. È un lavoro normale, come gli altri, per il quale siamo preparati. È un po' come essere piloti di aereo: un pilota di aereo non è preoccupato, è preparato per fare quello che fa». Su un camion trasportando prodotti infiammabili e, soprattutto, corrosivi, Maurizio Ciccotelli ha trascorso trenta anni, prima di diventare presidente del consorzio Cipaa di Popoli (Pescara) e mettersi a capo di una flotta di 80 mezzi, tutti impegnati nel trasporto, appunto, di merci pericolose. Racconta la sua esperienza pluridecennale, a bordo di un colosso della strada all'indomani dell'esplosione che ha squarciato a Borgo Panigale, il viadotto di collegamento tra la A1 e la A14 sovrastante la via Emilia, causando la morte di una persona _ l'autista del mezzo andato a fuoco _ e 145 feriti, dei quali quattro gravi ricoverati nei centri grandi ustionati di Parma e Cesena.

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L'esplosione sulla tangenziale
Le immagini del tamponamento tra due mezzi pesanti che ha innescato la tragedia sulla A14 (video tratto da Meteo.it)

Nel portare sulle strade materiale che può arrecare pericolo, spiega, «non ci sentiamo preoccupati perché è il nostro mestiere: questo non significa che ci comportiamo con leggerezza, tutt'altro, ma i guidatori per condurre questi camion sono selezionati, devono superare un esame per ottenere un patentino. E rimettersi in gioco ogni cinque anni per superare nuovamente l'esame: in caso non ci si riuscisse il patentino viene tolto e si possono trasportare solo merci generiche». Quindi, alla guida di una autocisterna non ci si sente come seduti su un mezzo rischioso per sé e gli altri, ma consapevoli di quello che si sta facendo, argomenta ancora Ciccotelli: «ci vogliono attenzioni in più ma chi sceglie di fare questo mestiere sa cosa lo aspetta ed è un po' come un pilota d'aereo che non è preoccupato dal compito che lo aspetta». Poi, sottolinea, «la fatalità è sempre dietro l'angolo. Quello che è successo a Bologna l'ho visto e rivisto nei filmati. Verrà sicuramente ricostruito quello che è accaduto ma, guardando le immagini, secondo me, il guidatore potrebbe essersi sentito male. Il veicolo va dritto, non si vede alcuna reazione: mi ha fatto pensare a una persona già accasciata sullo sterzo più che a un colpo di sonno, che può, invece, determinare uno sbandamento del mezzo».