Autobus, scatta in Abruzzo l'aumento del 10%

Da domenica biglietti e abbonamenti più cari, ma tessere nominative disponibili per tutti

PESCARA. Dopo due anni di rinvii, polemiche e tentennamenti, l'Abruzzo si appresta ad aumentare i prezzi di biglietti e abbonamenti di pullman ed autobus. Da domenica i trasporti urbani ed extraurbani costano il 10% in più. Una manovra obbligata, secondo la Regione, alla luce dei rincari non più tollerabili che sono ricaduti sui costi d'esercizio delle imprese del trasporto pubblico locale (Tpl). Una manovra articolata che prevede importanti cambiamenti e anche agevolazioni.

Scatta domenica l'aumento del 10% del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti delle linee urbane ed extraurbane. Il rialzo vertiginoso del prezzo del gasolio, i rincari per assistenza e manutenzione e più in generale l'aumento dei costi d'esercizio delle aziende regionali del Tpl rendono non più rinviabile il piano che la Regione ha cercato di tenere nel cassetto. Un piano che altre regioni hanno invece avviato da due anni inserendo aumenti del 30% e talvolta del 50%, ma che l'Abruzzo ha preferito fino ad oggi "ammortizzare" facendo leva sul ruolo sociale dei trasporti e sulla riforma del settore che dovrebbe portare entro due mesi al progetto di fusione delle tre società pubbliche su gomma (Arpa, Sangritana e Gtm di Pescara).

Gli aumenti, è bene precisare, non scattano per le linee commerciali non sovvenzionate con i contributi pubblici, cioè della Regione. Questo vuol dire che dal piano sono escluse, ad esempio, le corse Pescara-Roma dove operano in concorrenza concessionari privati che sono liberi a questo punto di applicare una strategia tariffaria adeguata al mercato. Non vale, invece, la stessa regola per la Giulianova-Teramo svolta dall'Arpa, perché essa è considerata una linea non commerciale e ad elevato carattere pendolare.

L'aumento del 10% dei biglietti va ad incidere di più sulle linee cittadine e che collegano paesi vicini. Tuttavia la manovra viene accompagnata con una serie di contromisure tendenti ad agevolare l'impiego degli autobus e a tutelare le categorie svantaggiate. Questi provvedimenti sono stati presi di concerto da Regione, imprese, sindacati ed associazioni dei consumatori nel corso del Tavolo di monitoraggio, voluto dall'assessore Giandonato Morra. Una prima verifica è stata fissata tra due mesi.

Sindacati e associazioni si sono battuti per l'innalzamento della quota di reddito sotto la quale non valgono gli aumenti. Da 6.500 euro la quota è salita a 10.000 euro: chi quindi denuncia di guadagnare una cifra pari o inferiore a 10.000 euro non subisce l'aumento del prezzo del biglietto né quello dell'abbonamento.

Il piano inoltre prevede l'estensione della possibilità di ottenere l'abbonamento nominativo a tariffa agevolata a tutti coloro che ne facciano richiesta indipendentemente dalla loro condizione lavorativa o pensionistica. Prima l'abbonamento era rilasciato solo a studenti e lavoratori, adesso tutti possono chiederlo sottoscrivendo in via preliminare un tesserino dal costo di 5 euro e che ha validità per un anno intero. Altro punto importante è l'esclusione dagli aumenti dei pensionati che hanno più di 65 anni (over 65) per gli abbonamenti annuali nominativi, sia nell'area del "biglietto Unico" (Pescara-area metropolitana) che nel resto della regione.

«Davanti a quello che sta avvenendo a causa della crisi, l'aumento del 10 per cento rappresenta un piccolo sacrificio», commenta Giuseppe Murinni, rappresentante Uil trasporti, «le contromisure adottate dovrebbero poi incentivare l'uso del mezzo pubblico con la fidelizzazione degli abbonamenti e quindi degli utenti». Esigenze di mercato che impongono un cambiamento di cultura e mentalità: «L'obiettivo è arrivare ad una tariffazione unica per tutti, mettere a sistema l'intero Tpl con i servizi della metropolitana leggera e il nuovo Filò a Pescara».

«Siamo nel pieno del processo di razionalizzazione del Tpl», afferma l'assessore Morra, «dopo i tagli effettuati ai rami sacchi, alle sovrapposizioni, alle corse nei giorni festivi e alle fasce orarie con domanda debole». La prossima tappa? «La creazione dell'azienda unica dei trasporti, per la quale esiste una legge da rispettare». Già, e non a caso si chiama "legge Morra".

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