Bilancio, scontro sui documenti fantasma

Il centrosinistra: non abbiamo cifre, in Consiglio sarà battaglia. Il Pdl: piano antisprechi.

PESCARA. L’obiettivo è arrivare alla approvazione del bilancio e della finanziaria 2010 entro il 31 dicembre. La solita corsa tra migliaia di carte e cifre, liti notturne in aula e documenti che per lo più rinviano ad altri, andrà in scena tra il 28 e il 30 dicembre con il copione invariabilmente fisso sia che al governo della Regione c’è una maggioranza di centrosinistra che di centrodestra.

Il tutto per evitare l’esercizio provvisorio che costringerebbe ad amministrare per dodicesimi. Nel frattempo il centrosinistra accusa il Pdl di non portare documenti e cifre, annunciando battaglia in Consiglio regionale. Il centrodestra replica che sarà una Finanziaria «rigorosa» e antisprechi. Emilio Nasuti consigliere Pdl e presidente della commissione bilancio ha deciso di contingentare i tempi ed arrivare ad una stretta finale per il documento di programmazione economica e finanziaria. Nasuti dovrà cercare di superare gli ultimi scogli poi da domani, ci saranno circa 24 ore per esaminare le bozze contabili, per poi entrare dal 28 dicembre nel tunnel dell’approvazione forzata. Le opposizioni, pur polemizzando per il percorso voluto dalla maggioranza di centrodestra hanno deciso di rinviare la discussione con le polemiche che si annunciano aspre in Consiglio regionale.

«Vogliamo che i tre documenti: Dpef, Bilancio e Finanziaria giungano in aula, non siamo animati dalla volontà di fare ostruzionismo», spiega il capogruppo del Pd, Camillo D’Alessandro, «in quella sede presenteremo proposte quadro e di qualità». La maggioranza di centrodestra risponde richiamando al senso di responsabilità perché con le casse regionali caratterizzate da un debito strutturale di oltre 3 miliardi e 600 milioni di euro e con i costi per la sanità che fagocitano oltre 80% dei fondi, non si poteva che costruire un bilancio di rigore, con parecchi capitoli con zero fondi e con pochissimi risorse per lo sviluppo.

L’assessore regionale al Bilancio Carlo Masci e il presidente della commissione Bilancio, Nasuti ammettono che per risanare il bilancio non «c’è che la strada del rigore e la razionalizzazione delle risorse». «Abbiamo avviato con determinazione questa azione di risanamento non più rinviabile», sostengono, «per lo sviluppo utilizzeremo le dotazioni, cospicue, previste nelle misure comunitarie e statali».

Il centrosinistra si agita tra la voglia di confronto e quella della polemica.
«Il Dpefr è un documento fantasma», dice il capogruppo del partito democratico, «non c’è nulla di disponibile per lo sviluppo, ma solo enunciati di principio. Si rinvia tutto ai fondi Fas e Masterplan, ma non si sa quanto e quando si avrà la disponibilità di queste risorse. E così, mentre per altri il 2010 potrebbe segnare la ripresa, in un Abruzzo già in crisi e alle prese con il terremoto, tante aziende chiuderanno, tante persone perderanno il posto o si ritroveranno senza neppure la cassintegrazione».

Infine il Pd rilancia le sue critiche verso le gestioni passate. «Nei documenti finanziari è possibile ricostruire la storia del debito, ci sono i dati oggettivi, riconosciuti in commissione anche dalla maggioranza, che la responsabilità del deficit sanitario è della Giunta di centrodestra guidata da Pace, quando assessore al bilancio era l’attuale vice presidente della giunta regionale, Alfredo Castiglione, e presidente della commissione sanità, il senatore Fabrizio Di Stefano».