Bocciato il piano caccia della Regione

Il Tar: patrimonio faunistico a rischio. Febbo: andremo al Consiglio di Stato

PESCARA. Le associazioni animaliste parlano senza mezzi termini di attentato al patrimonio faunistico abruzzese e annunciano ricorso anche alla Corte dei conti per i danni già provocati dai cacciatori. Che qualcosa non funzioni, nel calendario venatorio allestito dalla Regione, lo confermano per il momento le censure comminate dal Tar. I giudici amministrativi hanno infatti concesso la sospensiva al ricorso firmato da Wwf, Animalisti italiani e Lega per l'abolizione della caccia, mentre l'amministrazione regionale annuncia a sua volta di opporsi al Consiglio di Stato nel caso i giudici amministrativi dovessero confermare il loro orientamento nell'udienza di merito.

Il Tar dell'Aquila ha dunque bocciato una buona parte del calendario venatorio 2011-2012, perché nel documento sarebbero stati completamente stravolti, e senza giustificazione alcuna prolungati, i periodi di caccia di alcune delle 27 specie faunistiche regionali. Il tutto in aperto contrasto con i suggerimenti dell'Istituto superiore per la ricerca e la protezione dell'ambiente (Ispra), che è il massimo organismo scientifico dello Stato. Lo stesso Tar ha censurato la Regione sugli orari di caccia.

Secondo il consigliere nazionale del Wwf, Dante Caserta, sia di fornte all'«ennesima sconfitta della Regione, perché l'ordinanza del Tar colpisce il cuore stesso del documento: i periodi di apertura della caccia. La deriva filovenatoria della Direzione agricoltura e l'estremismo dell'assessore Mauro Febbo», prosegue Caserta, «stanno causando un vero e proprio caos nell'ufficio caccia, tutto a discapito della conservazione delle specie. Ad agosto, abbiamo prima visto abortire, grazie alla nostra determinazione e all'opposizione di alcuni consiglieri di minoranza, il tentativo della maggioranza di varare il calendario con legge regionale. Da agosto in poi, la giunta ha varato tre diverse versioni del calendario. Cosa che non l'ha tuttavia messa al riparo dalle censure del Tar. Ora deve gettare la spugna e arrendersi all'evidenza, adeguando i periodi di caccia per tutte le specie alle indicazioni dell'Ispra».

Soddisfatta per il pronunciamento del Tar è Marialucia Santarelli, delegata abruzzese dell'associazione Animalisti italiani. «Per l'ennesima volta siamo stati costretti a ricorrere contro i calendari filovenatori emanati dalla Regione. E ancora una volta abbiamo avuto ragione, a conferma della cattiva gestione del patrimonio faunistico abruzzese. Giustizia è fatta? È una vittoria degli animalisti e degli ambientalisti, ma il danno al patrimonio faunistico è fatto». Così, per impedire futuri illeciti amministrativi, le stesse associazioni ora ricorreranno alla procura regionale della Corte dei Conti.

La Regione proverà nel frattempo ad adeguare le date, seguendo le indicazioni del Tar. Ma sta già predisponendo un ricorso al Consiglio di Stato. «Ribadisco» sottolinea l'assessore Febbo, «che l'ordinanza è solo una sospensiva mentre la decisione di merito è rinviata ad aprile 2012». Per l'assessore alle Politiche agricole, è del tutto ingiustificato il trionfalismo del Wwf, perché, sottolinea Febbo, «al momento l'attività venatoria può continuare senza sostanziali variazioni». E ricorda che la Regione ha attivato «percorsi mai avviati prima in Abruzzo, che condurranno a una vera gestione tecnico-scientifica della fauna e dell'ambiente, scevra di qualsiasi condizionamento passionale e di parte da qualunque direzione provengano».

Febbo allude all'attivazione dell'Osservatorio faunistico regionale presentato nel recente convegno del 21 ottobre, in cui i migliori scienziati e tecnici faunistici italiani, hanno dato indicazioni operative alle quali l'amministrazione ha annunciato di volersi attenere. Un convegno», chiosa Febbo, «che ha tra l'altro ricevuto il plauso di tutti i partecipanti venuti anche da altre regioni d' Italia».

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