Bomba, dal Comitato Via no definitivo a Forest Oil

Ennesimo parere sfavorevole all’istanza di sfruttamento del giacimento di gas Esulta il gruppo contro la raffineria: «Dopo 4 anni di lotta ce l’abbiamo fatta»

BOMBA. È arrivato il no definitivo al progetto della Forest Oil. Il Comitato di Via (Valutazione impatto ambientale) della Regione, mercoledì sera, ha dato l’ennesimo parere sfavorevole all’istanza di sfruttamento del giacimento di gas naturale vicino alla diga artificiale del lago di Bomba, presentata quattro anni fa dalla ditta americana. Le integrazioni della documentazione presentate dalla Forest Cmi, la controllata italiana della Forest Oil, non hanno superato le perplessità del comitato di coordinamento regionale che, dopo una lunga istruttoria conclusa solo in serata, ha espresso parere non favorevole. «Non è superato il motivo ostativo relativo all’eventualità di abbassamento che potrebbero innestare eventi irreversibili con conseguenti danni insostenibili sulla sicurezza della collettività locale», è la motivazione del rigetto da parte del Comitato di Via, che altre due volte aveva bocciato il progetto di località Colle Santo. I tecnici regionali, quindi, hanno giudicato insuperabile proprio il problema della subsidenza, tecnicamente l’abbassamento del suolo, che la Forest asseriva di poter monitorare e controllare, mentre Comune, Provincia e comitato dei cittadini ribadivano il rischio sismico e idrogeologico della zona. Anche mercoledì, con fischietti e cartelloni, i cittadini del comitato “Gestione Partecipata Territorio” sono andati all’Aquila ad attendere la decisione del Via e la fine di un incubo. «Finalmente, dopo quattro anni di lotta, è stato bocciato in modo definitivo il progetto della Forest», commenta Massimo Colonna, presidente del comitato, «duramente contrastato dai cittadini di Bomba in quanto il giacimento è caratterizzato da gas molto ricco di idrogeno solforato, tossico e molto pericoloso, perché il territorio presenta una situazione idrogeologica molto rischiosa per la presenza della diga in terra battuta e del lago e perché la tecnologia presentata per la raffinazione del gas non dava garanzia di adeguata tutela dell’ambiente. E’ stato premiato il grande impegno dei cittadini», sottolinea Colonna, «un ringraziamento va anche ai sindaci, al presidente della Provincia, ai consiglieri comunali, provinciali e regionali e ai parlamentari che, nel corso di questi anni, hanno permesso che un paese di poche centinaia di abitanti riuscisse a respingere l’attacco al proprio territorio da parte di una multinazionale americana».

Stefania Sorge

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