Caccia al petrolio in Adriatico, nuovo studio della Petroceltic per il pozzo Elsa 2 ad Ortona

La società irlandese apre la procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via). Il giacimento, 7 km al largo della costa, potrebbe fruttare oltre 95 milioni di barili

PESCARA. Si apre un nuovo fronte per le ricerche di idrocarburi davanti all’Abruzzo: la Petroceltic Italia, società controllata dall’irlandese Petroceltic International, ha presentato ieri al ministero dell’Ambiente l’aggiornamento dello studio di impatto ambientale richiesto per il riavvio della procedura di Via per il pozzo esplorativo a mare Elsa 2, situato a circa 7 chilometri al lago della costa tra Francavilla e Ortona, in un tratto di mare profondo 37 metri. Il progetto prevede la perforazione di un pozzo esplorativo a una profondità di 4.700 metri, con lo scopo di verificare le potenzialità del giacimento scoperto nel 1992 dal pozzo Elsa-1, e la qualità dell’olio. A seguito della perforazione verrà effettuato un “test di produzione”, in cui saranno estratte limitate quantità di olio da analizzare. Sulla base dei risultati del test Petroceltic valuterà la fattibilità di un eventuale progetto per la “coltivazione” del giacimento, cioè per l’estrazione dell’olio presente da immettere poi sul mercato. In tal caso (come previsto dalla normativa), gli irlandesi presenteranno una nuova domanda di autorizzazione al ministero, da sottoporre a nuova Valutazione d’Impatto Ambientale.

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In caso di esito positivo della fase di esplorazione di Elsa 2, la Petroceltic stima di poter estrarre dal giacimento circa 95 milioni di barili di petrolio. In questo caso la società, che sostiene di avere sempre privilegiato un approccio dialogante con i territori e di trasparenza (tutto il progetto è on line sul sito della società www.petroceltic.it), insiste sulle «importanti ricadute economiche e lavorative». Petroceltic fa l’esempio della crescita del porto peschereccio irlandese di Killybegs, oggi area di supporto principale delle attività di esplorazione al largo dell’Irlanda occidentale, mettendolo a confronto con i possibili vantaggi per il porto di Ortona, che potrebbe diventare la base logistica di Elsa 2.

Riguardo alle interferenze con il Parco della Costa teatina, Petroceltic esclude ricadute su aree protette o vincolate «né in ambito marino né in ambito terrestre». Anche riguardo alla sicurezza, la società esclude particolari complessità, «in un contesto come quello che caratterizza il Mar Adriatico, che consente di agire in piena sicurezza, con un maggior controllo delle operazioni ed un rischio di incidenti estremamente basso».