Caccia, il governo censura l'Abruzzo

Incostituzionale il calendario, impugnate le modifiche a commercio e personale

PESCARA. Il governo ha impugnato altre due leggi della Regione. La prima riguarda il calendario venatorio, la seconda è la legge 38 (Interventi normativi e finanziaria) con la quale il Consiglio regionale ha tentato di aggirare due precedenti impugnative.

La prima riguarda la legge sul commercio e in particolare le deroghe alle aperture domenicali. Il governo l'aveva già impugnata e ora torna ad impugnare "L'interpretazione autentica" fornita dal Consiglio nell'articolo 2 della 38. «L'odierna interpretazione autentica», obietta però il governo, «lungi dal recepire le censure governative determinano ancora alterazioni dell'assetto concorrenziale nel settore». La seconda legge è quella sul personale, già impugnata, che prevede la possibilità, per i dirigenti regionali, di prorogare i contratti di collaborazione e che tali proroghe possano essere disposte anche più volte. Per il governo, la norma si pone «in contrasto con i principi di ragionevolezza, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione» e «consente un generalizzato meccanismo di proroga dei rapporti in essere».

Ma ieri la polemica si è accesa sull'impugnativa della legge sul calendario venatorio. La legge regionale, secondo il governo, è censurabile per alcune disposizioni, concernenti le specie cacciabili e i periodi di caccia. Il Wwf Abruzzo ha invitato l'assessore al settore, Mauro Febbo, a chiedere «scusa e ridare almeno la delega alla caccia visto che continua ad accumulare censure come mai si era verificato nella storia della caccia nella regione». L'associazione ambientalista aveva inviato ad agosto una richiesta al Governo sollevando nei minimi dettagli «le gravissime violazioni delle normative comunitarie e nazionali contenute nella legge, con particolare riferimento ai periodi di caccia. Infatti la legge regionale approvata il 3 agosto, su 30 specie cacciabili, per ben 12 prevede periodi di caccia più lunghi rispetto a quanto dettato dalla Commissione Europea». «Inoltre», aggiunge il Wwf, «l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), organismo nazionale delegato, tra l'altro, al controllo della programmazione venatoria aveva chiesto alla Regione di introdurre particolari precauzioni su 15 delle 30 specie dichiarate cacciabili dalla Regione Abruzzo, ma quest'ultima non ha seguito queste indicazioni». «La Regione», ha spiegato il consigliere nazionale del Wwf, Dante Caserta «ha varato il calendario venatorio direttamente con legge regionale dopo le due pesanti sconfitte al Tar dello scorso anno. Un escamotage per evitare nuovi ricorsi visto che le associazioni non possono impugnare davanti al tribunale amministrativo le leggi».

«Non credo debba scusarmi di nulla», ha risposto l'assessore con delega alla caccia «in quanto, come già sa lo stesso Wwf, la mia proposta di legge sul nuovo calendario venatorio è stata totalmente stravolta dal Consiglio regionale. Non solo, ma quella stessa legge è stata votata in Consiglio da tutto il Pd e la stessa Idv non ha espresso dissenso decidendo di astenersi» (l'Idv ha poi smentito Febbo precisando di aver votato contro). Febbo ha aggiunto che esiste una proposta di legge di modifica che è andata all'esame del Consiglio ma non riesce ancora ad essere approvata». Piuttosto», ha fatto notare «per una volta, ed è questa l'unica novità, il Wwf è d'accordo con il governo Berlusconi».

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