Campo di Giove, l'alpinista e l'incontro con l’orso: "Scambio di sguardi e foto"

La singolare avventura di Paolo Battaglini: "Era a 30 metri da me, ho avuto qualche timore, poi ho capito che era tranquillo"

CAMPO DI GIOVE. A tu per tu con un orso, comparso all’improvviso in una radura, semimimetizzato da un cespuglio. Uno di quegli incontri che prima ti spaventa e poi ti esalta. È capitato a Paolo Battaglini di Pacentro, esperto alpinista con una bella carriera alle spalle, dalle vette abruzzesi alle scalate su Cervino, monte Bianco e altro ancora.

L’incontro ravvicinato con il plantigrado è avvenuto durante una semplice passeggiata in montagna nei pressi di Campo di Giove. Stava attraversando una radura aperta, quando l’alpinista si è accorto della presenza dell’orso, un mastodontico esemplare, a circa 30 metri di distanza.

«In un primo momento ho avuto un po’ di spavento», racconta Battaglini, «poiché l’animale annusava l’aria, ma non aveva notato subito la presenza dell’uomo. Poi, improvvisamente si è accorto di me e siamo rimasti entrambi a guardarci». Sono stati lunghi attimi molto intensi durante i quali Paolo, con un’enorme dose di sangue freddo e mantenendo la calma è rimasto fermo. Quando ha capito che l’animale non aveva intenzioni minacciose, Battaglini ha preso la sua macchina fotografica e ha scattato alcune foto».

«Durante le mie numerosissime escursioni», riferisce l’alpinista di Pacentro, amante della montagna, «ho incontrato diversi animali, ma dentro di me sognavo di incontrare un orso e stavolta il mio sogno si è avverato, nonostante sia ancora incredulo».

A coronamento della bellissima esperienza la sua foto dell’orso è stata pubblicata sul National Geographic .

La popolazione dell’orso resta minacciata dai bracconieri e andrebbe potenziato il lavoro di collaborazione tra i vari enti finalizzato alla tutela della specie. La competenza spetta a Regione, Ministero, Parco e Provincia, senza dimenticare i Comuni, ognuno col proprio programma e con le proprie competenze, ma nella maggioranza dei casi con azioni scollegate. Non vanno dimenticate, poi, le competenze tecniche delle Asl, che dovrebbero occuparsi delle malattie e dei controlli zootecnici, e degli Atc (Ambiti territoriali di caccia), che si occupano della caccia nelle zone circostanti il Parco. Ciò che gli esperti sostengono è che manca una sinergia tra tutti gli enti.

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