il figlio mattia

«Caro papà, non vi riconosco più: siete diventati Forza Italia?»

Il suo megafono ha accompagnato il corteo dalla Fontana Luminosa fino alla Villa Comunale dove per pochi minuti ha incrociato suo padre

MATTIA, il suo megafono ha accompagnato il corteo dalla Fontana Luminosa fino alla Villa Comunale dove per pochi minuti ha incrociato suo padre. Perché avete manifestato contro premier?

«Abbiamo voluto prendere le distanze da questa nuova passerella sopra il nostro territorio, soprattutto da parte di un governo che ha dimostrato chiaramente di voler anteporre gli interessi dei grandi poteri finanziari ed economici a quelli delle comunità. All’Aquila, la ricostruzione ha favorito solo una piccola fascia della popolazione e di fatto, in Abruzzo sono state fatte scelte dannose per il territorio e tali da costringere molti giovani ad andare via perché non c’è lavoro e non ci sono opportunità. Basta vedere il caso di Ombrina, ad esempio. Tutto questo attiene a un modello sbagliato che Renzi incarna completamente, per questo motivo siamo scesi a protestare».

In molti hanno giudicato fuori luogo la scelta di un corteo, portatore di istanze così disaggregate e magari poco attinenti con L’Aquila?

«In centro c’erano un bel po’ di aquilani, invece. Dai giovani dell’Unione degli studenti, ai docenti precari, ai comitati contro il gasdotto e contro la realizzazione delle centrali biomasse. Altro che Teramo calcio. È normale poi che anche chi manifesta contro la petrolizzazione abbia il diritto di manifestare contro il governo. Del resto, dall’epoca delle carriole in poi, abbiamo fatto di tutto per rappresentare il terremoto dell’Aquila come una questione nazionale. Perché allora dire di no ai movimenti no triv?».

Molti giudicano le proteste un ostacolo al dialogo con Renzi.

«Dichiarazioni che arrivano, tra l’altro, anche dalla senatrice Stefania Pezzopane, che in qualche modo mi sorprendono. Il Pd si scaglia contro i manifestanti con le stesse parole che dicevano gli esponenti locali di Forza Italia a proposito di chi manifestava contro Berlusconi. Pezzopane compresa. Mi chiedo se questa gente allora non cercasse solo visibilità politica».

E gli scontri?

«Erano molti anni che all’Aquila non si vedeva una manganellata. Io sono stato colpito, gratuitamente. Noi chiedevamo solo la possibilità di dire la nostra al premier, pacificamente. Ce lo hanno impedito, lo hanno impedito alla città, facendolo entrare da una porta secondaria e questo ha creato solo nervosismo».

Il fatto di trovarsi dall’altra parte della barricata rispetto a suo padre è fonte di imbarazzo?

«Sappiamo di avere idee diverse, ma tra noi c’è grande stima e rispetto». (f.i.)