Castiglione: nuove regole sugli incentivi

Il vicepresidente annuncia un iter rapido per la legge sullo sviluppo

PESCARA. Tempi veloci per l'approvazione in Consiglio, nuovo sistema di incentivi, attenzione alle aree di crisi industriale, abbandono dei finanziamenti a pioggia. È la cornice nella quale l'assessore regionale Alfredo Castiglione colloca la sua nuova legge per lo sviluppo. Con una nota dialogante finale: «Dovrà essere il Patto per lo Sviluppo a condividere subito il senso della legge (pur se con alcuni suggerimenti che ne migliorino il contenuto), per farla arrivare in Commissione già concertata». Castiglione risponde così alle sollecitazioni delle parti sociali che chiedono alla Regione di varare in fretta la norma. «Solo in questo modo, e attraverso la velocizzazione dell'iter consiliare che il presidente del Consiglio garantirà di certo», conviene l'assessore, «potremo dotarci degli strumenti innovativi necessari a far sì che l'Abruzzo possa entrare in una nuova stagione di sviluppo».

Lo sforzo è quello di dare coerenza agli interventi messi in campo dall'assessorato «in un unico percorso strategico, andando a colmare un vuoto legislativo nella nostra Regione».

Accanto a questo si pone infatti la «contemporanea legiferazione su tutti gli ambiti che vengono investiti nella pianificazione a livello delle politiche di sviluppo: Intesa quadro istituzionale, Accordo di programma regionale, Contratto di sviluppo locale, Contratto di riqualificazione produttiva». Centrale appare in particolare lo strumento agevolativo regionale per supportare interventi di industrializzazione, il Contratto di sviluppo locale, che «ricalca quasi completamente quanto previsto nella normativa nazionale, ma con limiti più bassi».

Ma anche l'istituzione di un Albo regionale delle reti d'impresa, e la previsione di un disciplinare per lo status di Polo d'innovazione regionale, «sono tutti elementi che concorrono a "stabilizzare" la politica legata allo sviluppo e a fornire un quadro complessivo di continuità delle scelte politiche, svincolato dalle attuali e contestuali opportunità agevolative».

A questi strumenti se ne aggiungono altri, dice Castiglione, quali il fondo rotativo per le Pmi «che potrà detenere in pancia somme rinvenute dal bilancio regionale, piuttosto che dal Fondo Unico per le agevolazioni alle imprese di carattere nazionale».

Quello delle agevolazioni è uno dei temi strategici della nuova legge. «Non abbiamo una legge regionale per le agevolazioni alle imprese (se si escludono alcune leggi sulla neo imprenditorialità, piccola impresa ecc.)», spiega Castiglione, «certo, in passato sono state regionalizzate, senza risorse alcune leggi (come la 598 e la 215) ma sono molto specifiche e comunque datate. Anche volendo canalizzare risorse (ad esempio quelle del Fas) avremmo grosse difficoltà operative».

Tutta la massa di risorse programmate all'interno della programmazione comunitaria (Fesr, Fse, Feoga, Fep ecc.), aggiunge l'assessore «prevede una attribuzione attraverso misure concorsuali che, nei fatti, limitano moltissimo la possibilità di indirizzo strategico della politica industriale regionale. Il progetto di legge, dunque, ha in sé una serie di finalità tutte riconducibili alla necessità di avere un panel di strumenti che possano essere facilmente utilizzati a seconda delle azioni da porre in essere, rispondendo in maniera più snella e veloce alle mutevoli esigenze che i temi legati allo sviluppo economico ci pongono». L'obiettivo? Assicurare agli investimenti decisi sul territorio una maggiore operatività in termini di esecuzione, anche attraverso i 17 milioni di finanziamento previsti nei Fas.

«La nuova legge consente di utilizzare le somme previste per esempio dal Fondo Rotativo per gli investimenti e la ricerca, ben 47 milioni di euro, verso azioni che solo se legiferate possono essere oggetto di finanziamento anche attraverso l'utilizzo della contrattazione collettiva». Inoltre «tutte le provvidenze legate allo sviluppo previste nei Fas come per gli altri strumenti finanziari a disposizione, dovrebbero prevedere la destinazione di risorse nell'ambito delle aree di crisi, che dovranno esprimere una progettualità ben precisa e condivisa in termini di programmazione degli interventi finanziabili. Uno degli obiettivi infatti è proprio quello di finalizzare alle aree di crisi parte delle risorse a disposizione, destinando ad esse oltre le misure previste per lo sviluppo economico, anche quelle del turismo e della cultura, come esempio di condivisione degli scenari di sviluppo».

Questo vale anche per i 16 milioni di euro del Fas per l'area di crisi della Valle Peligna, per il cui utilizzo «occorre coinvolgere il sistema imprenditoriale per individuare le vocazioni che i territori possono esprimere». Non va dimenticato anche l'obiettivo legato ai processi di internazionalizzazione strettamente collegati alle finalità della legge. «E' mia intenzione», precisa Castiglione, «destinare una parte importante del progetto Abruzzo 2015 (9 milioni), e un quota del Fas per le reti e i poli (11,6 milioni di euro), per l'aggregazione di Pmi votate all'internazionalizzazione».

Sarà infine superata «la pratica, ormai priva di senso, del finanziamento a pioggia». In che modo? «Attraverso l'uso degli strumenti finanziari a disposizione della Regione, sempre più aderenti al concetto di fondo di rotazione».

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