Cgil dirigenti: la Regione tagli la politica

«Finora fatte solo scelte di parte, ci vuole coerenza». E oggi parla Confindustria

PESCARA. Si apre all'insegna della riforma della pubblica amministrazione la settimana alla Regione. Oggi all'Aquila Confindustria Abruzzo spiega le sue controproposte al progetto di legge presentato dall'assessore Carpineta. Ma a prendere una precisa posizione è anche la Cgil.

Dopo il Direr, il sindacato dirigenti regionale, è la Cgil sempre a intervenire a proposito della riforma che dovrebbe portare a 76 (da 109 di tre anni fa) il numero dei responsabili dei servizi regionali. Antonio Perrotti della Cgil dirigenti, crede che la riorganizzazione della Regione possa diventare una chiave strategica per lo sviluppo, ma ritiene altresì che il dibattitto che si è acceso sull'Ente Regione sia «astratto e fuorviante che vai dai tagli non meglio identificati proposti dall'assessore Carpineta alle prese di posizione preconcette di industriali e sindacati corporativi».

La Cgil chiede che venga innanzitutto eliminata l'invadenza partitocratrica: «Essa ha portato, da un lato, a un assetto ridondante sprofessionalizzato e consociativo con decine di strutture periferiche, circa 40, per un costo annuale di oltre 140milioni di euro, e costose esternalizzazioni attraverso le quali si fanno acquisti e assunzioni "clientelari"».

La Cgil dirigenti fa notare che le stesse proposte di scioglimento in atto delle strutture periferiche come l'Arsa, l'Aptr, le Comunità montane, non hanno tenuto conto del fatto che già prima la spesa era a totale carico regionale e che quindi le economie saranno poche «mentre, invece, stanno diventando l'occasione per sistemare qualche figlio eccellente della partitocrazia».

Perrotti parla della necessità di porre freno all'episodicità programmatico-clientelare: «Essa ha portato negli anni a scelte disastrose e diseconomiche che vanno dall'autoporto di Roseto, a quello di Avezzano, alla proliferazione di porticcioli turistici o alla reiterata espansione immobiliare di Nuclei industriali». Secondo la Cgil va recuperata una capacità programmatico/attuativa: «Si tratta di recuperare una maggiore organicità programmatica con una maggiore autorevolezza disciplinare e istituzionale costruendo 6/7 Direzioni fondamentali (programmazione-pianificazione; industria e altri settori produttivi; Trasporti; Lavori pubblici; Sanità-Sociale; Cultura;), con altrettanti assessori. «Noi invece, alla Regione», è la triste conclusione, «abbiamo oggi una programmazione che non ubbidisce ad un quadro e non fa scelte ma si limita ad erogare i finanziamenti e forse a monitorarli». (a.mo.)

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