Chiodi: bene i conti, ridurremo le tasse

«Mai tante riforme, l'Abruzzo è irriconoscibile. Fondi a pioggia? Una falsità»

PESCARA. Il 2012 potrebbe essere l'anno della svolta per la fiscalità regionale. Nelle intenzioni della giunta l'Abruzzo dovrebbe avviare un programma di tagli alle aliquote regionali, già anticipato dall'abolizione dell'accisa sui carburanti di 0,258 euro al litro.

Ipotesi tutta da verificare. «Ne riparleremo ad aprile dopo la certificazione dei bilanci delle Asl da parte del tavolo di monitoraggio», ha detto l'assessore Carlo Masci, presentando il Bilancio della Regione assieme al governatore Gianni Chiodi, al vicepresidente Alfredo Castiglione e al capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Lanfranco Venturoni.

In caso di risposta affermativa del tavolo, potrebbero essere sbloccati 40 milioni che la giunta dovrà decidere se restituire agli abruzzesi attraverso una riduzione delle aliquote regionali Irpef, oppure se utilizzare per le necessità del bilancio ordinario o per finanziare alcuni servizi.

Chiodi ha fatto intendere che la sua preferenza andrebbe alla prima ipotesi: una riduzione delle aliquote in un paese dove le tasse sono destinate solo a crescere sarebbe un ottimo viatico per l'economia regionale («siamo già potenzialmente più competitivi come territorio», ha detto Chiodi illustrando un bilancio «senza nuove tasse e senza nuovi debiti» a parte «le tasse imposte alle Regioni dal governo») e sarebbe un argomento elettorale niente affatto marginale («l'abbassamento delle tasse è l'incubo del centrosinistra», ha ironizzato il governatore citando una battuta del consigliere Pdl Lorenzo Sospiri).

Nel frattempo 10 milioni di bollo auto sono stati già svincolati dalla sanità, ha aggiunto Masci, ma per fare un ulteriore passo avanti bisognerà attendere il 2015, quando andranno a scadenza alcuni mutui con il recupero di 42 milioni, e il 2016 quando saranno liberati altri 20 milioni. Una fetta importante dei 198 milioni che la Regione paga ogni anno per le cartolarizzazioni della sanità (98 milioni) e per i mutui regionali (100 milioni).

Per quanto riguarda Bilancio e Finanziaria, approvati all'alba del 30 dicembre, se l'opposizione si intesta alcune misure importanti: fusione delle società di trasporto (emendamento Pd), assistenza ospedaliera del partner per coppie di fatto e gay (emendamento Rifondazione-Comunisti italiani), aumento dei canoni per le società idroelettriche (emendamento Sel), Chiodi, forte del peso dei numeri, se le intesta tutte, comprese quelle delle opposizioni, «perché senza il voto della maggioranza non sarebbero state approvate».

Il risultato è che questo bilancio, frutto di un accordo che ha portato al ritiro di mille emendamenti ostruzionistici, esce dall'Emiciclo senza quasi provocare polemiche. Certo, protestano gli artigiani della Cna per la norma che apre la riforma dei confidi anche al consorzio fidi nazionale della Coldiretti; protesta la Provincia di Chieti per i fondi a pioggia (accusa che Chiodi respinge: «Abbiamo rifinanziato alcune leggi regionali e i 7 milioni per la cultura magari li avessi!»). E protestano le imprese per la cancellazione del fondo unico per le attività produttive («Ma quello l'ha cancellato il governo», ribatte Castiglione). L'opposizione invece parla poco e quando lo fa è per rivendicare le cose fatte e approvate.

Cose fatte che, secondo Chiodi, smentiscono le accuse di «deficit di riformismo» lanciato al suo governo.

«La riforma dei trasporti sarà un passo epocale», ha spiegato Chiodi, «ma non è l'unica. L'Abruzzo in questi tre anni è irriconoscibile: avevamo sei Asl, ne abbiamo quattro, avevamo 78 confidi ne abbiamo molti meno, avevamo centinaia di Ipab, Comunità montane al livello del mare, sei Consorzi industriali, l'Aptr e l'Arssa: sono stati tutti ridotti o soppressi con un taglio di circa 200 poltrone». Con l'assorbimento dei dipendenti Arssa in Regione, ha aggiunto Chiodi, «inizia il percorso di ristrutturazione del sistema delle agenzie. Punteremo a un aumento della produttività e al contenimento della dinamica della crescita dei costi del personale. E dal 2012 inizierà il ciclo delle performance, che vorrà dire valutare i dipendenti e stabilirne le disuguaglianze, perché la meritocrazia comporta la valutazione delle disuguaglianze: non leggeremo più giudizi uguali per tutti». Ribattendo alle polemiche delle scorse settimane Chiodi ha aggiunto che la Regione ha anche ridotto il numero dei dirigenti da 120 a 81, abbassando un rapporto dirigenti dipendenti «che era di uno a tre contro il rapporto di uno a sei delle regioni più virtuose». Sul fronte dei costi della politica il governatore ha sottolineato l'importanza della norma che toglie alla politica il potere di nomina dei revisori dei conti delle società partecipate. Un emendamento dove accanto alle firme di Maurizio Acerbo (Rifondazione comunista) e Antonio Saia (Comunisti italiani) compare anche quella dell'ultraliberista Gianni Chiodi.

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