Chiodi punta sui tre atenei federati

Il governatore: sempre più dovremo fare i conti con le riduzioni di spesa

PESCARA. «Il sistema dell'istruzione universitaria assume grande importanza in un contesto mondiale dove le competenze assumeranno fortunatamente un ruolo sempre più rilevante». Il governatore si dimostra sempre più attento al mondo accademico regionale.

Chiodi ha partecipato ieri ai lavori per l'elezione del nuovo presidente di turno del Comitato di coordinamento regionale delle università abruzzesi (Ccrua). Presenza non casuale, visto che a ogni occasione il presidente della Regione rilancia la necessità di portare avanti un dibattito serrato sulla riorganizzazione del sistema del sapere e della formazione.

Cosa muove questo forte interesse, esiste forse un progetto delineato? «Non ci può essere un progetto definito», spiega Chiodi, «non solo perché l'università ha una propria autonomia, e la Regione non ha alcuna competenza diretta, ma soprattutto non spetta a noi elaborarlo per il semplice motivo che non siamo esperti in questa materia. Come amministratori, avvertiamo però l'esigenza di anticipare i difficili scenari della finanza pubblica che, nei prossimi dieci anni, vedranno un'inevitabile riduzione della spesa. Discorso che toccherà anche le università, e questo significa che dobbiamo prepararci a fare i conti con una rarefazione delle risorse».

Chiodi s'impegna così a non ripetere gli errori commessi in altre stagioni della politica regionale, e fa un esempio: «La questione dell'Alta velocità ferroviaria, che oggi torna d'attualità, vede l'Abruzzo in ritardo perché queste decisioni sono state prese quindici anni fa. Non vorremmo ritrovarci a seguire la stessa strada sbagliata sull'università, ecco perché cominciamo a parlarne oggi».

Su cosa è incentrato allora il dibattito? «Ritengo che la discussione si può proporre anche in sede di Patto dello Sviluppo, dove il mondo accademico è rappresentato». Chiodi allude al finanziamento di 5 milioni di euro impegnato con i Fas per riqualificare il sistema universitario abruzzese. «I rettori», dice, «hanno risposto in modo positivo anche perché qui non parliamo di risorse a pioggia, ma di favorire processi federativi che richiamino uno spirito di collaborazione tra gli atenei. Ferma restando l'autonomia didattica, il governo socio-economico è certamente materia che compete alla classe politica. Quindi, da un lato, finanziamo processi di collaborazione, come abbiamo già fatto con gli ospedali che non possono continuare a essere repubbliche marinare, dall'altro, i processi di formazione, perché in fin dei conti dobbiamo sempre agganciare la formazione dei giovani alle necessità economiche del territorio».

Si prepara la strada per l'ateneo unico regionale? «Il dibattito comincia adesso e quello sull'ateno unico non è certamente uno scenario attuabile oggi, anche se nel lungo termine, dopo un confronto aperto con i rettori, una ipotesi come questa potrebbe essere presa in considerazione. Bisognerà comunque tenere conto di diverse cose prima di verificare la possibilità di un nuovo assetto organizzativo».

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