Cirulli: tagli al personale con la società unica

Il presidente Arpa avvisa dipendenti e Regione: lo stop all'integrativo è il primo segnale

CHIETI. «Faremo la fusione così come impone la legge regionale. Ma sia chiaro fin da ora che la razionalizzazione del trasporto pubblico locale graverà sulle spalle del personale con una serie di licenziamenti inevitabili». L'avvocato Massimo Cirulli passa al contrattacco.

Il presidente dell'Arpa, carte alla mano, chiarisce la posizione dell'azienda da lui presieduta in merito agli effetti della cosiddetta "legge Morra" che, in soldoni, prevede la fusione delle attuali tre società di trasporto su gomma regionali, Arpa, Gtm e Sangritana, a margine di uno studio di fattibilità.

Poi Cirulli lancia una stilettata ai sindacati che hanno contestato la scelta dell'Arpa di disdire i contratti integrativi aziendali ai suoi dipendenti. «Vogliamo dare un messaggio forte alla Regione e dare la sveglia ai sindacati. Le liberalizzazioni varate dal governo Monti», avverte Cirulli, «comporteranno un aumento a dismisura della concorrenza dei privati nella tratta verso Roma. Bisogna adeguarsi al mercato e far quadrare i conti per non morire alla luce dei tagli subiti».

IL PROGETTO.
Il presidente dell'Arpa mostra un piglio deciso nel rispondere alle accuse di chi, negli ultimi giorni, ha visto dietro la ritrosia dell'Arpa a sposare il progetto fusione del trasporto pubblico locale (Tpl) la volontà di difendere incarichi di prestigio. «Non siamo attaccati alle poltrone. L'Arpa ha già fatto una fusione assorbendo la Paolibus», ricorda Cirulli, «mentre per la mia carica di presidente della Cerella, consorziata Arpa, non percepisco un euro di compenso. A noi non importa nulla dei soldi». Un punto fermo dal quale l'avvocato Cirulli. che menziona anche una lettera inviata all'assessore regionale Morra il 4 novembre scorso, parte per una particolareggiata disamina dei possibili rischi della fusione del Tpl.

I RISPARMI.
Viene citato lo studio della società Kpmg risalente al 2007 che mette a confronto i costi delle tre aziende regionali di trasporto su gomma. Il risparmio annuo ipotizzato con la fusione ammonta a circa 7 milioni di euro. «Ma 6 milioni di euro», precisa Cirulli, «si otterranno con la riduzione del personale». A rischio, in particolare, almeno una trentina di impiegati tra la direzione Arpa di Chieti e la direzione Gtm di Pescara. «La fusione porterà alla soppressione di una direzione tra Chieti e Pescara e qualcuno dovrà andare via. Se non si vuole licenziare in tronco, la Regione dovrà prevedere incentivi all'esodo per questi lavoratori considerando che il loro contratto nazionale non prevede cassa integrazione o mobilità».

I TAGLI.
Scuro in volto, Cirulli aggiunge menzionando i tagli subiti dall'Arpa. «Il taglio del 10% dei contributi sui chilometraggi ha comportato una perdita per l'azienda pari a circa 5 milioni di euro l'anno senza dimenticare il prezzo fuori mercato raggiunto dal gasolio. Ogni centesimo in più costa all'Arpa 100mila euro l'anno», spiega il presidente, inevitabile, quindi, tagliare qualcosa. «Senza un aumento del 30% di biglietti e abbonamenti così come hanno fatto nelle altre città d'Italia o un taglio del 15% degli stipendi dei mille dipendenti i conti non tornano. Per questo abbiamo disdetto», dichiara Cirulli, «i contratti integrativi aziendali (dai 200 ai 300 euro in meno al mese per i dipendenti ndc) recuperando quasi 5 milioni di euro l'anno».

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