Comuni: impossibile associarsi

Scopino (Anpci): la Regione abbassi i limiti demografici

PESCARA. Entro il 17 novembre la Regione dovrà individuare i limiti demografici per la costituzione delle Unioni municipali, cioè le associazioni tra comuni con meno di mille abitanti per la gestione di alcuni servizi essenziali. Il provvedimento è contenuto nel decreto sviluppo del governo convertito dal parlamento a settembre. L'obiettivo è di compensare i tagli. Ma in Abruzzo i rappresentanti dei piccoli comuni chiedono che l'Abruzzo segua una strada diversa, indicata peraltro dalla stessa norma governativa.

«Le regioni hanno la possibilità di derogare», spiega Arturo Scopino, referente per l'Abruzzo dell'Anpci, l'associazione dei piccoli comuni dell'Anci. «Ritengo che la nostra regione per così come è, con tantissimi comuni piccoli e piccolissimi con poche centinaia di abitanti, difficilmente potrà adeguarsi alla normativa nazionale se vengono mantenuti i limiti stabiliti dalla legge. Per raggiungere la massa critica di tremila abitanti abbiamo bisogno di mettere insieme troppi comuni, spesso distanti tra di loro. Inevitabilmente i servizi ne risentirebbero in termini di efficienza».

Per l'Anpci la Regione può seguire due strade: abbassare il limite demografico, «oppure», spiega Scopino, «la Regione dovrebbe dire in alternativa che si posono mettere insieme 4 o 5 comuni», indipendentemente dalla popolazione. «Alla Regione questa è una riforma che non costa nulla», dice Scopino.

La richiesta è contenuta in una lettera inviata dall'Ancpi al governatore Gianni Chiodi. Nella lettera si sottolinea che «il territorio della regione è prevalentemente montuoso, che vi sono gravi carenze infrastrutturali, che vi sono notevoli difficoltà di collegamento». Per questo, sostiene l'Ancpi, «ricorrono le condizioni affinché la Regione Abruzzo intervenga nel processo di razionalizzazione dell'esercizio delle funzioni comunali, riducendo in modo considerevole il limite demografico per la costituzione delle Unioni municipali o delle Associazioni in convenzione tra enti locali», per poter «garantire la efficacia e efficienza nella gestione delle funzioni amministrative e dei servizi pubblici».

Oggi molti comuni abruzzesi hanno messo già in comune servizi come la segreteria comunale. Altri servizi necessari da associare sono la raccolta rifiuti, la polizia locale, i servizi sociali, le scuole, gli asili.

La posizione dell'Anpci è una ulteriore presa di posizione contro la manovra economica d'estate che i piccoli comuni considerano iniqua. La richiesta alla Regione era stata sollecitata anche dall'assemblea nazionale dell'Ancpi che si era riunita a Perano nelle scorse settimane. Nello stesso documento veniva chiesto al governo anche di «rinviare l'intera normativa che impone la scadenza del 31.12.2011 per la gestione associata di almeno due funzioni e servizi fondamentali dei sei definiti dalla legge sul federalismo fiscale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA