Coppia, la crisi è al 24º anno

Il divorzio arriva sempre più tardi tra coniugi maturi

PESCARA. Addio crisi del settimo anno. Oggi i matrimoni che scoppiano sono quelli rodati e lo scoglio da superare si è spostato in avanti, molto in avanti, alla soglia delle nozze d'argento. Le coppie abruzzesi sopravvivono meglio di un tempo alla routine quotidiana, mentre sono in crescita le separazioni e i divorzi oltre i 25 anni di felice convivenza.

I dati diffusi dall'Istat e raccolti presso le cancellerie dei tribunali civili fotografano la nuova tendenza: in Abruzzo il 23,7 per cento dei divorzi, ben 221 su 931 complessivi, viene chiesto dopo più di 24 anni di vita matrimoniale. Stesso discorso per le separazioni: su un totale di 1.702 provvedimenti richiesti dai coniugi, 273 coppie (pari al 16 per cento) decidono di dividersi 24 anni dopo il fatidico sì. Se si considera che le giovani generazioni antepongono la convivenza all'altare e preferiscono coronare il sogno nuziale sempre più tardi - l'età media per i matrimoni è di 28 anni per lui e 25 per lei- appare evidente come le unioni maggiormente in crisi siano quelle tra gli ultracinquantenni o dove uno dei due partner abbia oltrepassato i 60 anni.

Segno del rifiorire di una nuova stagione dell'amore, che schiude le sue porte quando i segni dell'età che avanza non possono essere nascosti e i figli sono abbastanza grandi da assorbire il colpo della separazione di mamma e papà.

Aveva l'occhio lungo il premio nobel colombiano Gabriel Garcia Marquez, che nel 1988 faceva aspettare al paziente e malinconico Florentino Ariza «cinquantatre anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese» per coronare il sogno d'amore con la bella e gelida coetanea Fermina Daza. Una passione fuori dalle righe, ma non meno coinvolgente.

Il ritratto dell'amore senile, tratteggiato nel romanzo "L'Amore ai tempi del colera", non è poi tanto lontano dalla realtà: dal 1995 ad oggi, le separazioni successive alle nozze d'argento sono più che triplicate, quelle dopo dieci anni di matrimonio sono più del doppio. E' interessante anche la ripartizione geografica dell'instabilità coniugale. A partire dalla metà degli anni Novanta, le statistiche mostrano un'impennata progressiva degli addii coniugali: nel 1995 si verificavano in media 158 separazioni e 80 divorzi per 1.000 matrimoni, nel 2008 si arriva a 286 separazioni e 179 divorzi. I più insofferenti all'usura del ménage quotidiano sono gli uomini e le donne del Nord-Ovest della Penisola, con 363,3 separazioni su 1000 matrimoni. Più attaccato al focolare domestico si conferma il Sud con 186,3 separazioni per 1.000 matrimoni. Tra le regioni del Mezzogiorno che primeggiano in fatto di crisi familiari, spiccano l'Abruzzo (passato da 125,9 a 279,3 separazioni per 1.000 matrimoni) e il Molise (da 32 a 228,6).
La tipologia di procedimento prevalentemente scelta dai coniugi è quella consensuale: nel 2008 si sono chiuse consensualmente 1.418 separazioni su 1.702 e 702 divorzi su 812.

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