Costantini: il Pd esca dal Patto

"Non si può essere nello stesso tempo con Chiodi e contro Chiodi"

PESCARA. «Chiedo formalmente al Partito Democratico di scaricare Chiodi e di uscire da quello che solo a parole è stato definito Patto per lo Sviluppo». E' un appello all'alleato quello di Carlo Costantini, capogruppo dell'Idv in Consiglio regionale.

Costantini, perché il Pd dovrebbe ritirarsi dal Patto dopo averlo firmato?
«Perché non si può essere, al tempo stesso, protagonisti di un progetto che ha nella credibilità del presidente della Regione il suo pilastro, ma anche quotidianamente contro tutto ciò che lo stesso presidente dice e fa».

Dunque lei dice no al Pd partito di lotta e di governo. Ma non crede che la crisi economica imponga uno sforzo comune, al di là degli steccati e delle appartenenze?
«Capisco perfettamente le ragioni ed il senso di responsabilità che possono aver indotto il Partito Democratico ad assumere questa decisione. Ma se oggi, dopo qualche mese di attesa, anche il Partito Democratico, esattamente come noi dell'Italia dei Valori, è costretto quasi quotidianamente a contestare quello che racconta Chiodi, allora i conti non tornano».

Ma qualcosa si è ottenuto. Per esempio Fitto ha assicurato che il Cipe...
«No, si è detto che il Cipe domani (oggi per chi legge, ndr) sbloccherà i fondi Fas dell'Abruzzo, ma da informazioni certe non ci risulta che ci sia una riunione in agenda».

E dunque i conti non tornano.
«Non tornano per il centrosinistra, mentre tornano perfettamente per il centrodestra che, approfittando di questa sorta di cambiale in bianco firmata dal Pd, è riuscito nelle ultime settimane a spacciare per "successi storici" gli stessi identici risultati che hanno esposto il ministro Matteoli ai fischi dell'assemblea generale dell'associazione dei costruttori di ieri. Qualcuno in Abruzzo dovrà pur chiedersi per quale ragione, a fronte del sostanziale azzeramento a livello nazionale dei fondi per le infrastrutture, Matteoli è incalzato al punto da dover ammettere che non c'è più un euro, mentre a Chiodi è consentito addirittura di parlare di Fase due, senza che la Fase uno sia neppure iniziata».

L'Idv se lo è chiesto? «Noi ce lo siamo chiesti, così come ci siamo chiesti se sia possibile far parte di un organismo nel quale chi dissente è esposto al rischio di "epurazione", come accaduto di recente a Confindustria e chi prova a rappresentare gli interessi di disoccupati, pensionati, precari è accusato di difendere interessi corporativi, come accaduto, sempre di recente alla Cgil».

E allora che cosa propone di fare?
«Questo è il momento della verità, perché solo se ti confronti con la verità puoi provare a trovare le soluzioni possibili».

La verità qual è?
«La verità è che l'Abruzzo, nel momento più difficile della sua storia, riceverà meno di quanto hanno ricevuto altre regioni e lo riceverà con gravissimo ritardo, rispetto ad altre regioni (anche del Sud, che già stanno aprendo i cantieri). Per questo dico che noi del centrosinistra tutto possiamo permetterci agli occhi di chi sta pagando sulla propria pelle le conseguenze di questa situazione, imprese, lavoratori, pensionati e soprattutto giovani disoccupati, tranne che consentire a Chiodi di far passare questa fase storica, come quella dei "successi per l'Abruzzo". In ballo c'è la nostra stessa dignità di rappresentanti dell'opposizione in questa Regione».

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