Crolli, ritardi in via D’Annunzio

Niente perizia dai consulenti scelti dalla Procura

L’AQUILA. Ancora ritardi nell’inchiesta sul crollo del condominio di via D’Annunzio. I consulenti nominati dalla Procura dell’Aquila non hanno ancora consegnato la perizia riguardante il crollo del condominio privati in via D’Annunzio dove sono morte 14 persone, con il quale i pm dovrebbero aprire la nutrita lista dei filoni della maxi inchiesta relativa ai palazzi con il maggior numero di vittime.

Per questo, l’emissione degli avvisi di garanzia potrebbe slittare di qualche tempo: secondo fonti interne alla Procura almeno fino a primavera. Nel frattempo, la magistratura potrebbe depositare le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione sul crollo della sede della facoltà di Ingegneria dell’Università dell’Aquila a Roio, dove non ci sono state vittime. In questo filone risultano indagate nove persone.

Nelle ultime ore il procuratore Alfredo Rossini ha depositato al gup 17 richieste di rinvio a giudizio per i primi due filoni, costituiti dai crolli della Casa dello studente, dove sono morti otto giovani, e il Convitto nazionale, dove ne sono deceduti tre. Le ipotesi di reato contestate dalla Procura sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni. Gli imputati sono: Claudio Botta, Giorgio Gaudiano, Walter Navarra, Bernardino Pace, Carlo Giovani, Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone, Massimiliano Andreassi, Pietro Sebastiani, Luca Valente, Luca D’Innocenzo, Livio Bearzi, Vincenzo Mazzotta. Altri 4, deceduti da anni, sono imputati solo ai fini di azioni risarcitorie.

Intanto, per i consulenti anche superlavoro nei sopralluoghi nei siti sotto sequestro: i periti, accompagnati dai vigili del fuoco e dagli uomini dell’interforze della polizia giudiziaria, stanno facendo rilievi nello stabile di via Poggio Santa Maria. Tra i condomini privati con più lutti non è stato ancora programmato il sopralluogo nel palazzo di via XX Settembre 79, dove ci sono state diverse vittime tra cui le due figlie e la moglie dell’avvocato aquilano Maurizio Cora. Lo stabile è pericolante e forse deve essere demolito prima di poter essere oggetto di rilievi.