D'Annunzio-soldato, l'impresa di Fiume in 97 fotografie inedite

Gli scatti del 1919-20, regalati al Vittoriale dal ristoratore di Pacentro Carmine Cercone, raccontano l’epopea della Repubblica del Carnaro

Facce smunte e cuori arditi. Foto in bianco e nero raccontano una storia nota con immagini inedite. Custoditi per 15 anni dal ristoratore di Pacentro Carmine Cercone («li ho avuto da un cliente») e donati pochi giorni fa al Vittoriale, 97 scatti rievocano l'impresa di Fiume firmata da Gabriele D'Annunzio. La Repubblica del Carnaro visse dal 12 settembre 1919 al dicembre dell'anno successivo, quando le truppe italiane posero fine a un'utopia politico-amministrativa. I legionari ispirati dal Vate invasero il fiorente centro istriano, che il trattato di pace a conclusione della prima guerra mondiale aveva assegnato alla Jugoslavia, con il chiaro intento di farla annettere all'Italia. Città ricca, crocevia di un sistema ferroviario che serviva Praga, Budapest, Belgrado e Zagabria, Fiume vantava una borghesia intraprendente e moderna, rappresentata soprattutto da famiglie italiane desiderose di emanciparsi da governi stranieri. I fatti fiumani rappresentano i primi eclatanti strascichi della Grande guerra. La figura di Benito Mussolini cominciava già ad emergere e, non a caso, molti reduci del Carnaro confluirono nei Fasci.

«Un cliente di cui non rivelo l'identità, conoscendo la mia passione per D'Annunzio, mi ha fatto omaggio di quelle fotografie che, per quanto ne sappia, sono inedite», racconta Cercone della trattoria De li Caldora di Pacentro, le cui pareti sono tappezzate di memorabilia del Vate: dalle foto delle amanti alle celeberrime cambiali. «Ho deciso subito di donarle al Vittoriale, ma per tanti anni, le ho conservate in un cassetto. Ne manca solo una. Solo di recente le ho consegnate nelle mani di Giordano Bruno Guerri, il nuovo presidente della casa-museo di D'Annunzio a Gardone Riviera, che ho invitato nel mio locale. Gli ho detto che avevo qualcosa da mostrargli e che toccava a lui stabilirne l'importanza. Le ha prese... Sembra che non esistano altre fotografie del Vate a Fiume con i suoi amati levrieri. Non so come saranno collocate, mi basta sapere che adesso sono nel posto più indicato».

L'epopea fiumana fu annunciata dagli scontri di piazza nella città istriana tra irredentisti e truppe alleate. Il 6 luglio 1919, nove soldati francesi vennero linciati. Host Venturi, capitano degli Arditi, mobilitò la legione fiumana, un corpo paramilitare, e invitò D'Annunzio a farsi portavoce della causa di Fiume italiana. Il Poeta-soldato accettò e il 12 settembre si presentò alle porte della città con duemila uomini. Il governo italiano, che non poteva permettersi grane con gli Alleati, inviò il generale Pittaluga per fermarlo. D'Annunzio lo affrontò con un gesto teatrale: aprì il pastrano, mostrò la medaglia d'oro e disse: «Lei non ha che a far tirare su di me, generale». Pittaluga lo abbraccio ed entrò con lui a Fiume.

© RIPRODUZIONE RISERVATA