Dal governo 30 milioni in meno, tagli a bus e treni

Morra: situazione da arginare. L'alternativa è che i biglietti aumentino fino al 30%

PESCARA. Signori, la situazione è questa: dopo i tagli del 10%, all'Abruzzo sono previsti altri 30 milioni di euro in meno, in pratica tre quarti del contributo statale che sorregge il contratto di servizio con Trenitalia. È in questo modo che la Regione si appresta ad accogliere i sindacati dei trasporti.

La riunione è in programma oggi e apparentemente non ha sbocchi. Dall'altra parte c'è il muro della crisi contro il quale stanno sbattendo tutte le Regioni riportando seri danni. Per l'Abruzzo la situazione viene definita «drammatica» dallo stesso assessorato regionale ai Trasporti alla prese con una coperta che si è fatta striminzita di fronte alle esigenze sociali e di mercato. «Trovare una soluzione è difficile, ci stiamo provando e allo stesso modo facciamo pressione sul governo insieme alle altre Regioni affinché ritiri i tagli annunciati», ripete l'assessore Giandonato Morra. La riunione Stato-Regioni prevista proprio ieri sui trasporti a Roma è però saltata a causa del nubifragio che si è abbattutto sulla capitale e che ha mandato in tilt i servizi, compresi autobus e metropolitana.

Nel frattempo un accenno su quello che può avvenire il prossimo anno è stato fatto dai dirigenti dell'assesorato ai sindaci dei centri abruzzesi interessati maggiormente dalla corse autobus e dalla ferrovia.

LO SCENARIO.
"Razionalizzare" è la parola d'ordine, cancellare sprechi e doppioni, perché in questa fase non si possono prevedere manovre alternative oltre alla volontà di portare avanti in consiglio regionale il progetto di legge di riforma dell'intero settore (vedi articolo accanto n.d.r.).

Il governo è stato chiaro, non ha i soldi per mantenere l'intero sistema. In Abruzzo il riferimento è al contratto di servizio Regione-Trenitalia che costa circa 50 milioni l'anno, 44 dei quali di competenza dello Stato, gli altri della Regione (fondi propri e ricavi). Nel contratto sono stabiliti frequenze, orari, manutenzione dei treni che partono dalle stazioni abruzzesi. Il governo ha annunciato che dal prossimo anno non pagherà più 44 milioni, bensì solo una decina. Per poter mantenere il contratto con Trenitalia ed i servizi ferroviari regionali essenziali questa cifra non avrebbe senso (in Abruzzo il costo di esercizio di un treno è di circa 8 euro a chilometro), di qui l'esigenza della Regione di dover intervenire in altro modo. Due le alternative: o pescare nel proprio bilancio ulteriori fondi per il trasporto pubblico, o andare a tagliare corse su gomma in modo da dirottare poi i risparmi al servizio ferroviario. Delle due la seconda via è la più praticabile, considerata la situazione economica in cui si trova anche l'Abruzzo. Ma dove tagliare? Dove si possono cancellare linee che costano mediamente 2 euro al chilometro (le urbane) e 1,8 euro (le extraurbane)? Il piano operativo non è stato fatto, ma ai sindaci è stata chiesta collaborazione, di indicare cioè eventuali rami secchi e migliorie per poter procedere ad eventuali accorpamenti.

GLI AUMENTI.
In previsione della nuova finanziaria regionale, l'assessorato ai Trasporti ha chiesto che venga rinnovata la dotazione di 90milioni di euro per il trasporto pubblico locale in modo da avere margini di manovra nella trattativa con Trenitalia e tamponare l'altra seria minaccia paventata dai sindacati: che il costo di biglietti e abbonamenti aumenti di un colpo del 30%. «L'anno scorso dicevano la stessa cosa, ma poi aumenti e licenziamenti non ci sono stati», ricordano alla Regione. Si ripeterà il miracolo?

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