Data del voto, oggi si decidono i tempi 

Lolli chiamerà il presidente Francabandera mentre la Lega parla di “golpe bianco” del Pd, ma Paolucci la zittisce

PESCARA. Una telefonata per stabilire giorno e ora dell’incontro più atteso dalla politica abruzzese che potrebbe tenersi anche oggi. Giovanni Lolli, presidente vicario della Regione, chiamerà questa mattina il giudice Fabrizia Francabandera, presidente della Corte d’Appello, dopo averla incontrata informalmente e salutata ieri a Pescara, al convegno sulla legalità con il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini. Ma è dalla telefonata di questa mattina che dipenderà tutto. Spetta a Lolli, Francabandera e al presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, stabilire il giorno delle prossime elezioni regionali. Il rebus da sciogliere è tra due date: 90 giorni dalle dimissioni dell’ex governatore Luciano D’Alfonso, che ha optato per il Senato, oppure 120 giorni dal decreto di scioglimento del consiglio regionale. Quindi il dilemma che le tre figure istituzionali dovranno dipanare è tra due giorni utili: il 10 novembre o il 23 dicembre. Il primo caso è previsto da Statuto e legge elettorale regionale, oltre che dalla Corte costituzionale; il secondo, invece, da un articolo della norma elettorale che, per tutelare l’elettorato passivo, entra in contraddizione con tutto il resto creando i presupposti per un’ondata di ricorsi al Tar contro l’esito delle elezioni. Questa situazione di stallo si è perfezionata l’8 agosto con l’approvazione delle modifiche alla legge elettore. Così, ieri, alla vigilia della telefonata che la politica attende, la Lega Abruzzo ha lanciato una bordata parlando nientemeno che di un golpe bianco del Pd attraverso «un colpo di coda che, con la modifica della legge elettorale, ha tentato di perfezionare il voluto slittamento delle elezioni», scrive la Lega di Giuseppe Bellachioma. «Una legge con evidenti elementi di illegittimità (...) che, secondo un parere dell’ufficio legislativo della Regione potrebbe comportare l’impossibilità di votare prima del 19 dicembre 2018». Da qui l’attacco del Carroccio: «Ci troveremmo, insomma, in presenza di un tentativo di golpe bianco che prova a superare con una legge ordinaria confezionata l’ultimo giorno, sentenze della Consulta e Statuto della Regione Abruzzo, che indicano con chiarezza il termine per il voto entro i 90 giorni. Gli abruzzesi vogliono sperare che, ora, ci sia una decisione in linea con le sentenze della Corte Costituzionale e dello Statuto, perché è giusto credere ancora che - come a Berlino - anche all’Aquila ci sia un giudice». È evidente la pressione che il partito leader del centrodestra abruzzese intende fare sulla decisione che le tre figure istituzionali dovranno prendere, in particolare sul presidente Francabandera. Ma dal Pd risponde Silvio Paolucci: «La quotidiana presa di posizione della Lega sulla data delle elezioni non soltanto è manchevole di rispetto istituzionale verso le figure che secondo l’ordinamento sono chiamate a determinare la data del voto, ma è dettata esclusivamente da un interesse di parte. La Lega è preoccupata perché non è in grado di mantenere le promesse elettorali, e dunque vuole votare prima del varo della Finanziaria», tuona l’assessore regionale al Bilancio e alla Sanità. Ma l’avvicinarsi della decisione sulla data del voto spinge la politica a muoversi in fretta. «Tra me e Bellachioma splende il sereno», svela infatti Nazario Pagano, coordinatore di Forza Italia, dopo l’incontro al vertice di ieri con la Lega. E la conferma dal nazionale che in Abruzzo il candidato presidente del centrodestra spetta agli azzurri.