«Del Turco, accuse poco fondate»

Fassino alla Camera ricorda i due anni dall'arresto dell'ex governatore

PESCARA. Forse non è il disgelo, ma le parole di Piero Fassino pronunciate ieri alla Camera e gli applausi finali dei deputati del Pd, registrati puntualmente dagli stenografi, segnano un passo avanti nei difficili rapporti del Partito democratico con Ottaviano Del Turco, a due anni dagli arresti per l'inchiesta Sanitopoli, il 14 luglio 2008. Del Turco ha sempre accusato i democratici di avere scelto il silenzio sull'inchiesta (con qualche eccezione, come l'ex presidente del Senato Franco Marini, o il segretario regionale Silvio Paolucci, ma anche il dalemiano Nicola Latorre che qualche settimana fa è intervenuto proprio sul Centro). Ieri il silenzio è stato rotto anche da Fassino che ha chiesto la parola durante il dibattito alla Camera dopo un intervento di Giuliano Cazzola, il deputato del Pdl da sempre sostenitore dell'innocenza dell'ex governatore abruzzese.

Cazzola aveva ricordato l'arresto di Del Turco «allora presidente della Regione Abruzzo, già specchiato sindacalista, autorevole parlamentare e ministro della Repubblica» e le conseguenze politiche di quell'arresto. Ma anche «la sofferenza di una persona onesta, ingiustamente accusata e disonorata, senza che le sue responsabilità siano state in alcun modo provate nonostante le dichiarazioni fatte al momento dell'arresto e della detenzione»

Dal canto suo Fassino ha ricordato lo «sconcerto per questa vicenda e soprattutto per la dinamica che è venuta via via assumendo in questi due anni. Ovviamente», ha aggiunto Fassino «non spetta né al Parlamento né a nessun singolo parlamentare esprimere valutazioni e giudizi di sindacato sull'attività della magistratura che rispettiamo. Tuttavia, non può non essere sottolineato che due anni fa, sulla base di quella indagine, un'intera classe dirigente di un'importante regione fu decapitata e un intero consiglio regionale fu sciolto. Si procedette ad elezioni e sulla base di quelle elezioni furono rovesciati i rapporti di forza elettorale in conseguenza delle vicende accadute».

«Oggi», ha aggiunto il parlamentare Pd, «a due anni dall'inizio di questa indagine, molte delle accuse che sono state elevate, in particolare nei confronti dell'onorevole Del Turco, non appaiono fin qui sufficientemente fondate e motivate. Noi auspichiamo naturalmente che l'azione della magistratura possa arrivare rapidamente a delle conclusioni e che si mettano le condizioni di avere una conoscenza certa dei fatti, ma non c'è dubbio», ha sottolineato Fassino, «che quello che è accaduto suscita in molti cittadini inquietudine e interrogativi. Credo che non sia infondato e fuori luogo che da questo Parlamento si rivolga un appello a chi esercita la delicata funzione di amministrare la giustizia, di farlo sempre con quell'equilibrio che è necessario perché la magistratura stessa e la sua azione possano essere sempre sostenute dalla fiducia dei cittadini».

Cazzola ha commentato positivamente l'intervento di Fassino: «Trovo molto importante», ha detto, «in un momento in cui il dibattito sulle intercettazioni telefoniche è tanto acceso, che si realizzino, spontaneamente, delle convergenze significative, tra maggioranza ed opposizione, su di un caso tanto emblematico del rapporto tra politica e giustizia».

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