Diavolo di una Stefania. Diavolessa, anzi. Duetta con Chiambretti, si bacia con George Clooney, ...

Diavolo di una Stefania. Diavolessa, anzi. Duetta con Chiambretti, si bacia con George Clooney, scherza e sorride con Obama. Piccola piccola ma con una grande carica di simpatia umana, giganteggia tra i suoi colleghi maschi. E li rende nervosi. Quel primo posto tra i presidenti delle province d’Italia, conquistato nella pagella del Sole 24 ore, il giornale della Confindustria, ha mandato il caffè di traverso a molti. Sicuramente ai notabili del Pdl in Abruzzo. Appena l’anno scorso era novantaduesima, in fondo alla classifica. In dodici mesi una scalata record. Effetto collaterale del terremoto. Così Stefania Pezzopane festeggia i suoi 50 anni compiuti appena pochi giorni fa come la più amata tra gli italiani, al vertice di un ente come la Provincia di cui periodicamente - da destra come da sinistra - se ne auspica la soppressione: ente quasi inutile, anzi no. Forse.

Comunque vada a finire, Stefania superstar sta complicando la marcia trionfale dei «berluscones» verso la conquista dell’ultima ridotta abruzzese rimasta in mano al centrosinistra. Prima del sondaggio del Sole, pubblicato a inizio settimana, sembrava cosa fatta. Antonio Del Corvo aspettava solo l’investitura ufficiale. Aspira alla poltrona in quanto fedelissimo del coordinatore regionale del Pdl, il senatore Filippo Piccone, entrambi di Celano. Poi è subentrata la paura: e se Del Corvo dovesse perdere? Chi glielo spiega a Berlusconi che, dalla tragedia del 6 aprile, ha fatto dell’Aquila il teatro privilegiato della sua azione politica? Con martedì saranno 25 le visite nella città martoriata dal sisma, il premier - come sempre - si spenderà direttamente nella campagna elettorale; ma insieme alla provincia dell’Aquila si voterà anche in tredici regioni; una battaglia tosta. Almeno qui Silvio vorrebbe star tranquillo. Invece Piccone e Gianni Chiodi tentennano.

La ricostruzione si fa sempre più complicata ora che è nelle mani dei poteri locali. Un risultato elettorale negativo si trasformerebbe subito in un caso nazionale. Piccone, in caso di sconfitta, rischia di perdere il posto; il governatore la faccia. Eccoli dunque, insieme a Paola Pelino, in pellegrinaggio da Maria Teresa Letta, riservata quanto efficiente presidentessa della Croce rossa, ma innanzitutto sorella dell’onnipotente Gianni. Nonostante abbiano incassato un prevedibile rifiuto, la mossa è chiara: siano Gianni Letta e Silvio Berlusconi a dire l’ultima parola sul nome da candidare; si prendano loro la responsabilità.

E se la scelta, alla fine, dovesse cadere - in mancanza di meglio - sul poco telegenico Del Corvo sarà comunque una mossa condivisa con il Grande Capo. L’importante è avere le spalle coperte. Roma decide, L’Aquila esegue. Se la ride, intanto, Stefania-tutto-pepe. E lavora a ritmo serrato. Non ha mai smesso di essere in campagna elettorale e sorprende persino i dirigenti nazionali del suo partito, uno smarrito Pd. Vuoi vedere che proprio tra le macerie dell’Aquila spunta chi sa rubar la scena a Sua Emittenza? Un sogno impossibile, forse, come quel bacio con Clooney.