Distretti industriali L’Abruzzo perde terreno rispetto all’Italia

I dati dell’export più bassi rispetto alle altre regioni Un’analisi del servizio studi Intesa Sanpaolo

PESCARA. I distretti produttivi abruzzesi soffrono ancora la crisi. Nel 2009 il calo dell’export è stato del 27% (ma negli ultimi due mesi dell’anno e nei primi due del 2010 si è registrato un leggero miglioramento). Un calo superiore mediamente a quanto registrato negli altri 104 distretti italiani monitoriati in uno studio del Servizio studi e ricerche Intesa Sanpaolo. Il calo ha interessato tutti i distretti, ad eccezione di quello della Pasta di Fara San Martito che, scrivono i ricercatori Giovanni Foresti e Lara Sangalli «grazie al carattere poco ciclico della domanda del settore è rimasto in territorio solo lievemente negativo per tutta la seconda metà del 2009».

«La meccanica», spiega Foresti «ha penalizzato l’Abruzzo rispetto ad altre regioni come l’Emilia Romagna; il mobile ha perso un quarto delle proprie esportazioni, mentre nel Veneto il distretto del mobile del Piave ha avuto un calo inferiore al 20%. La stessa cosa vale per abbigliamento dove in Abruzzo si è registrato un meno 37,5%, un calo significativamente superiore a quanto osservato negli altri distretti».

Per i ricercatori di Intesa Sanpaolo la maggiore sofferenza registrata dall’Abruzzo dipende dalla capacità di altri distretti «di aver saputo reagire relativamente meglio alla crisi, puntando anche su mercati emergenti, come la Libia per quanto riguarda il mobile, oppure su mercati forti come la Svizzera o la Germania». Su tutti ha vinto «la capacità competitiva» che evidentemente l’Abruzzo non ha in misura sufficiente (basti ricordare il punto in più di Irap regionale). Lo studio analizza anche i distretti delle Marche, in particolare quello delle calzatgure di Fermo o delle cucine di Pesaro che presentano cali nell’export pari a un quarto.

Secondo lo studio la velocità di uscita dalla crisi sarà lenta.
«Nei prossimi mesi», dicono i ricercatori, «si dovrebbero consolidare gli spunti positivi emersi nel quarto quadrimestre del 2009, ma a ritmi molto deboli. Molto dipenderà anche dalla capacità delle imprese di cogliere le opportunità che si stanno presentando sui mercati esteri, traendo beneficio dalla ripresa in corso del commercio mondiale».
Nella migliore delle ipotesi, comunque, conclude lo studio di Intesa Sanpaolo, «solo un terzo delle perdite accusate nel 2009 potranno essere riassorbite nel corso del 2010».

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