Ecco la ripresina: più lavoro, più precari

I dati Cresa del IV trimestre 2016. Bene anche la piccola industria, ma la fiducia degli imprenditori non cresce

L'AQUILA. La ripresina c’è, anche in Abruzzo. Tutto il settore manifatturiero sta crescendo e non soltanto le grandi imprese, confermando una tendenza avviata un paio di anni fa a macchia di leopardo. Il IV trimestre del 2016 chiude un anno di crescita, non sempre percepita, ma comunque reale e, probabilmente, destinata a durare. È quanto emerge dall’indagine congiunturale del Cresa relativa all'ultimo trimestre del 2016 per quanto riguarda l'industria manifatturiera e al secondo semestre per quella dell'edilizia, illustrata ieri dal presidente Roberto Di Vincenzo, dalla direttrice Fausta Clementi e dai ricercatori del Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali.
Dati che immortalano un aumento tendenziale del 3% sia del fatturato che della produzione rispetto al trimestre precedente, una stabilità degli ordini esteri (+0,5%) ma un decremento di quelli interni (-0,8%). L’occupazione - grande sorpresa - è cresciuta del 2%; sono le grandi imprese (con oltre 250 adetti) a fare ancora da traino dell'intero sistema regionale anche se vengono, finalmente, affiancate dalle impresi più piccole, che assumono un ruolo più preponderante in un sistema di reciproco vantaggio in cui a trovarne beneficio è tutto il tessuto economico.
Vive un momento di grazia anche il comparto dell'agroalimentare, sospinto dall'innovazione, dalla ricerca scientifica, dalla forte specializzazione degli addetti (sempre più giovani) che scelgono l’agricoltura come mestiere pianificato sin dagli anni dell'università. Tutti i settori del manifatturiero mostrano una vitalità sorprendente, soprattutto le piccole e medie imprese. Una tendenza positiva registrata in tutte le province abruzzesi, con quella di Chieti più reattiva e, di contro, quella dell'Aquila ancora in forte sofferenza.
PIU' OCCUPATI PRECARI. Nonostante il fatturato generalmente in calo e nonostante le previsioni degli imprenditori pessimistiche per il futuro, l’occupazione segna balzi positivi. «Segno di una vitalità importante», fa notare la ricercatrice Concettina Pascetta. Sin qui la buona notizia. Quella cattiva è il ritorno dell’occupazione precaria, risposta estrema delle imprese alla percezione di un futuro ancora difficile.
«Aumentano i contratti a tempo determinato e di apprendistato», spiega Pascetta, «quindi l'occupazione non stabile». Effetto jobs act? In qualche misura sì: «Gli incentivi previsti dalla riforma del lavoro sono stati sospesi nel tempo», spiega la ricercatrice. In sostanza, finito l'effetto benefico degli incentivi, le imprese tornano alle vecchie abitudini. LA RIPRESA. A determinare un aumento dell’attività produttiva (+2,8%) rispetto allo stesso trimestre del 2015 sono state soprattutto la metalmeccanica, la lavorazione dei minerali non metalliferi e l'intero comparto tradizionale (tessile-abbigliamento, legno-mobile, alimentare). Contrazioni marcate dell’attività, invece, nella chimico-farmaceutica, nei mezzi di trasporto, nell’elettronica (mentre le previsioni sono positive fra gli operatori dell'elettronica, dei mezzi di trasporto e del tessile. Soffrono ancora l'artigianato e il commercio.
I SETTORI. Per quanto riguarda l'edilizia, gli andamenti congiunturali e tendenziali di produzione e fatturato sono positivi: la produzione cresce dello 0,8%, il fatturato quasi del 10%, l'occupazione totale (sia italiana che straniera) cresce su base annua, sfiorando il 6%, mentre le commesse calano dell'1,8%. Le previsioni espresse dagli imprenditori sono pessimistiche (eccetto per le grandi imprese). Profondo rosso nel commercio, anche se la crescita occupazionale in tutti i settori e in tutta la regione (provincia dell'Aquila esclusa) mostra grande vitalità delle imprese. Il fatturato cala del 2,6%, mentre aumentano i costi totali (+0,5%). Ancora in sofferenza le imprese artigiane (a eccezione di quelle edili), che fanno registrare un calo dell'1,8% del fatturato, minori ordini totali (-1,4%), ma una buona performance occupazionale (+3,8%) soprattutto nelle costruzioni. Gli artigiani che forniscono servizi alle persone, in particolare, registrano diminuzioni annue di fatturato e ordini peggiori della media.