Estate troppo calda, record di interventi per distacco retina a Chieti

In due mesi 50 casi trattati dal centro di Oftalmologia dell’Università D'Annunzio. Mastropasqua: essenziale bere

CHIETI. Sono più di 50 i distacchi di retina operati negli ultimi due mesi nel Centro nazionale di alta tecnologia in Oftalmologia (Cnat) di Chieti-Pescara. Si tratta di una patologia che trova la massima espressione con l’estate torrida e il caldo eccessivo. E allora, è bene cercare di salvaguardarsi ed evitare di correre inutili rischi. Cerchiamo di capire a quali problemi si va incontro e come prevenire danni futuri, con l’aiuto di Leonardo Mastropasqua, direttore del Cnat.

Professore, come funziona la retina?

«L’occhio è paragonabile ad una macchina fotografica dove la retina rappresenta la pellicola, e la cornea e il cristallino l'obiettivo. Le immagini attraversano la cornea, il cristallino e il vitreo, lenti convergenti trasparenti vengono messe a fuoco sulla retina, sottilissimo tessuto costituito da cellule nervose, che trasforma la luce in impulsi elettrici. Questi impulsi, attraverso un filo, il nervo ottico, vengono trasmessi al cervello che elabora le immagini che noi vediamo. Quando la retina si stacca, la luce non arriva più al cervello. Il distacco di retina è una patologia grave dell’occhio».

Ma come avviene un distacco di retina? E perché accade?

«La retina è adesa al vitreo, una gelatina trasparente formata prevalentemente di acqua. Quando vi è perdita di liquidi, come quella dovuta a caldo eccessivo, molta sudorazione, poca idratazione, questa gelatina si essicca e si contrae, strappando e rompendo la retina. Il liquido vitreale passa attraverso la rottura, va dietro la retina e la stacca».

Perché l’estate è il periodo peggiore per la salute della nostra retina?

«La stagione calda, la sudorazione, il bere poco, la cattiva alimentazione, priva cioè di frutta e verdura, fare jogging o sport estremi nelle ore molto calde, sono fattori predisponenti. I miopi, i diabetici, i pazienti operati di cataratta o già operati in un occhio di distacco di retina, sono i pazienti a maggior rischio».

Il distacco di retina provoca dolore?

«No, non dà alcun dolore».

Come si cura?

«Quando il distacco è già avvenuto, la terapia è soltanto chirurgica, io adotto un sistema mini invasivo con tre microfori senza punti di sutura. Bisogna chiudere la rottura, eliminare la trazione e far riattaccare la retina. La chirurgia può essere fatta dall'esterno o dall'interno».

Con quali esiti?

«I risultati chirurgici oggi sono molto buoni, ma alcune volte può essere necessario reintervenire, per cui la prevenzione è fondamentale per evitare il distacco. Se ci si accorge per tempo, con un laser si riesce a sigillare la rottura retinica e quindi ad evitare il distacco. Nel Centro di eccellenza nazionale, oggi anche la chirurgia laser è molto precisa perché robotizzata».

Come si fa prevenzione?

«Sono fondamentali i controlli periodici della periferia della retina dall'oculista, che metterà le gocce per dilatare la pupilla, particolarmente per i pazienti a rischio. E’ poi importante bere molto e idratarsi anche con il cibo. E ovviamente bisogna fare attenzione ai sintomi quando ci sono, appena avviene la rottura».

Quali sono questi segnali?

«Corpi mobili vitreali, mosche volanti, lampi di luce, visione di macchie scure».

E in questi casi cosa bisogna fare?

«In presenza di questi sintomi è bene recarsi subito dall'oculista. E se c’è un’emergenza, nel Centro di eccellenza del policlinico dell'università D’Annunzio insiste il Centro regionale di Traumatologia oculare aperto 24 ore al giorno».

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