il caso

Farmaco salvavita negato: blitz dei Nas nell'Asl di Chieti

L’assessore alla Sanità Paolucci convoca i manager: «Revocate il provvedimento che ostacola i non residenti». La stessa circolare è in vigore da un anno e mezzo all’azienda sanitaria di Teramo

PESCARA. Tornerà forse oggi stesso la libera circolazione dei pazienti (e dei farmaci) tra le Asl abruzzesi. Un diritto che pensavamo fosse scontato, ma che così non è, almeno per le Asl di Chieti e di Teramo. E ieri, mentre i Nas facevano visita alla Asl teatina, l’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci ha convocato per oggi alle 16 a Pescara i quattro direttori generali delle Asl per porre fine all’incredibile vicenda raccontata al Centro da una paziente di Abbateggio (Asl di Pescara), malata di tumore e in cura nell’ospedale clinicizzato Santa Maria Annunziata di Chieti.

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Dallo scorso aprile la signora è costretta a procurarsi da sé il farmaco salva vita, e trasportarlo con borsa termica a Chieti per poter eseguire la terapia. Tutto questo perché il direttore generale della Asl Paquale Flacco ha emanato un paio di mesi fa una circolare (fotocopia di un analogo provvedimento della Asl Teramo) nella quale si stabilisce che i pazienti non residenti nel territorio della Asl Chieti-Lanciano-Vasto si debbano procurare le medicine prescritte per le terapie esclusivamente nella farmacia dell’ospedale della loro provincia. Una circolare che è una prova definitiva a favore di chi chiede da tempo l’istituzione di una Asl unica regionale.

«Il mio proposito», spiega l’assessore Paolucci, «è quello di chiedere la cancellazione delle due direttive delle Asl di Chieti e Teramo. Ai manager preciserò che i farmaci vanno erogati, soprattutto se prescritti, come nel caso della signora. Non è possibile danneggiare un cittadino e un utente recando un tale disservizio. Non è neanche invocabile un risparmio perché il costo per la Regione è indifferente». E se la preoccupazione del manager è quella di non sforare il tetto della spesa, «è evidente», insiste Paolucci, «che gli strumenti di budget consegnati alle Asl sono al netto della mobilità intraregionale. Dunque da quei tetti vanno scorporati i rimborsi tra le aziende sanitarie abruzzesi».

Ieri il direttore Flacco si è detto sorpreso del clamore suscitato dalla vicenda poiché da un anno e mezzo lo stesso provvedimento è in vigore nella Asl di Teramo. Però non ha ancora ritirato il provvedimento. Il motivo? L’ansia di tenere sotto controllo la spesa farmaceutica (ancora troppo alta in Abruzzo) e la necessità dunque, per ogni manager, di raggiungere a fine anno gli obiettivi stabiliti dalla regione (e l’equilibrio di bilancio è uno di questi) necessari per la riconferma dell’incarico.

Intanto i Nas di Pescara del capitano Domenico Candelli hanno fatto una visita alla Asl di Chieti per verificare cosa abbia determinato l'interruzione della dispensazione di farmaci ai pazienti provenienti da altre province. Accertamenti in corso anche per appurare le motivazioni che hanno portato ad emettere la circolare, valutando se siano possibili azioni correttive

E a proposito di distribuzione di farmaci, Paolucci annuncia che lunedì è stato sottoscritta una bozza di accordo con Federfarma e Assofarma che prevede la distribuzione “per nome e per conto” nelle farmacie della regione di tutta una serie di farmaci, circa 500 mila pezzi, che oggi possono essere erogati solo nelle farmacie ospedaliere. «Passeremo da 18 a 500 punti di distribuzione», dice l’assessore, «per molti pazienti sarà un grande passo avanti, perché potranno trovare il loro farmaco vicino casa piuttosto che recarsi in ospedale. E’ un accordo storico che aspettavamo da quasi vent’anni».

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