"Faticammo per vincere con il Noceto"

Incredulità nella società dell'Aquila calcio dopo le intercettazioni sulla partita in Emilia

L'AQUILA. Dopo la beffa di Prato, la questione delle intercettazioni. Malgrado non esista alcun coinvolgimento diretto nell'indagine sul Calcioscommesse condotta dalla Procura di Cremona, tra il turbamento e lo scetticismo del popolo rossoblù, spunta anche L'Aquila dalle intercettazioni, in relazione alla previsione di una vittoria col Crociati Noceto. Una partita che ha segnato l'esordio da allenatore di Maurizio Ianni, marcando la fine di un periodo altalenante, culminato con le sconfitte contro Giacomense e San Marino e l'esonero di Leonardo Bitetto.

«Solo chi ha vissuto quella partita può riferire quanto abbiamo faticato per conseguire la vittoria», racconta Ianni. Il tecnico aquilano, che dell'esordio conserva ancora l'emozione, non crede possa essere stato un incontro pilotato. Dalla gara col Noceto è partita la nota rimonta che condurrà L'Aquila fino ai play off, grazie alle altre quattro vittorie e ai due pareggi che i ragazzi di Ianni hanno colto finale di stagione. Di fronte, un avversario già salvo, ma reduce da ben cinque risultati utili consecutivi. Un avvio in sordina per i rossoblù che registra il miracolo di Miskiewicz sulla punizione di Galli.

Poi, sul finale, l'occasionissima dei gialloblù: Pietranera smarca in area Konate, ma l'attaccante manda di poco a lato. Ad inizio ripresa è Testa a fare buona guardia sul doppio tentativo di Pietranera, poi il Noceto rimane in dieci e L'Aquila passa: Carcione calcia da posizione defilata, Miskiewicz non ci arriva e l'era Ianni inizia nel migliore dei modi. «I Crociati», spiega Ianni, «si sono resi pericolosi in un paio di occasioni, per giunta per tutta la ripresa abbiamo giocato anche con un forte vento contrario. Siamo stati bravi a trovare la rete subito dopo la loro espulsione, altrimenti non so come si sarebbe potuta mettere».

Anche Leonardo Bitetto, che fino a due settimane prima allenava i rossoblù, fatica a credere che l'ombra del calcio scommesse si possa essere allungata sulla sua ex squadra. «Nell'ambiente non c'è stato mai avuto sentore di scommesse o di partite taroccate. Piuttosto, quello che emerge dalle intercettazioni sono solo telefonate tra persone estranee all'Aquila».

Sulla vicenda interviene anche il presidente Elio Gizzi. «Nessun nostro tesserato è iscritto nel registro degli indagati», attacca il numero uno di via Ulisse Nurzia. «E se gli inquirenti in questi sei mesi di indagini, dopo aver analizzato migliaia di intercettazioni, hanno ritenuto di non dover imputare nessuna nostra partita, un motivo ci sarà». Nuovi elementi potrebbero spuntare dagli interrogatori dei protagonisti delle intercettazioni che tirano in ballo L'Aquila. «Mi auguro», prosegue Gizzi, «che collaborino il prima possibile in modo che venga fatta chiarezza. Mi sembra si voglia solo creare un grosso clamore intorno ad una serie di circostanze in cui L'Aquila non c entra niente». Massimo Erodiani - titolare di un'agenzia scommesse di San Giovanni Teatino, uno dei personaggi chiave dell'inchiesta - parla di «30 mila euro pronti da consegnare agli avversari da parte di quelli dell'Aquila».

«Le frasi vanno sempre interpretate», sottolinea il presidente Gizzi. «Non c'è nessun riferimento all'Aquila Calcio e non è escluso che possano esserci degli scommettitori aquilani. Oppure potrebbe essere una immedesimazione da parte degli scommettitori che volevano intervenire su quella partita per giocarsi la vittoria dell' Aquila. Non dimentichiamoci che questa presunta organizzazione agiva direttamente sugli eventi sportivi, all'insaputa delle società». Resta il mistero su chi abbia potuto contattare Antonio Bellavista, l'ex giocatore del Verona anche lui fra gli indagati, dalla cabina di Viale Corrado IV. «Non ne abbiamo la benché minima idea», spiega Gizzi. «Né si può escludere che fosse un personaggio estraneo a questa città. Di sicuro è qualcuno che parla a livello personale. E poi c'è la frase di Bellavista che dichiara di voler mettere 30 mila euro per indirizzare la partita. Noi in questo contesto non siamo protagonisti, bensì parte lesa», sottolinea il presidente. Della chiamata che Bellavista riceve da un telefono pubblico del capoluogo, ha una versione differente il responsabile dell'area tecnica Ercole Di Nicola.

«Nonostante la telefonata parta da una cabina dell'Aquila», commenta, «di tutto si parla, tranne che di una partita dell'Aquila Calcio. Tanto che a un certo punto i due interlocutori tirano in ballo di una partita di C2. Significa che fino ad allora non stavano parlando di Seconda divisione». La vicenda ha creato non pochi imbarazzi in città, ma non ha fermato i piani della società per ambire al ripescaggio in Prima divisione. Ieri l'incontro con l'amministrazione comunale per risolvere la problematica legata all'impianto di gioco. «Per il Fattori», ha spiegato l'assessore allo Sport, Giampaolo Arduini, «stiamo studiando delle soluzioni che costino il meno possibile. L' obiettivo vero resta quello di trasferire il calcio all'Acquasanta il prima possibile. Calcio scommesse?», conclude, «Tutt'altro: ho visto un presidente Gizzi sereno, abbiamo parlato del futuro di questa società».

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