Fede e ragione a confronto a Chieti

Monsignor Forte e il fisico Amaldi: religione e scienza non sono in contrasto

CHIETI. Il dialogo tra fede e scienza non è solo possibile, ma auspicabile a patto però che scienziati e teologi si spoglino entrambi di quella «orgogliosa autosufficienza» che rende impossibile ogni forma di rapporto umano.

Questo, in sintesi, il messaggio emerso ieri nell'incontro dedicato a «Teologia e scienza di fronte al problema della creazione». Altro appuntamento delle «Quaestiones quodlibetales» animate dal rettore della D'Annunzio Franco Cuccurullo e dal vescovo di Chieti-Vasto monsignor Bruno Forte. Questa volta il dialogo con dibattito finale tenuto nell'aula magna del rettorato ha visto protagonista il professor Ugo Amaldi, fisico, docente all'università di Milano Bicocca, fondatore e presidente della fondazione Tera. Ad aprire il convegno in una sala affollata, soprattutto da tanti giovani, è stato il professor Cuccurullo che ha raccontato ai presenti la storia professionale di Amaldi, studioso di fisica atomica e padre di una nuova tecnica nel campo della radioterapia che utilizza fasci di ioni al carbonio per combattere, con grande successo, alcuni tipi di cancro.

In particolare quello che colpisce la retina. Tecnica che consentirà di curare in Italia, a partire dal 2013, circa 1.500 pazienti all'anno. Cuccurullo ha sottolineato che sebbene la scienza faccia passi avanti nella ricerca delle origini del cosmo, del pianeta Terra e dell'uomo, «manchi sempre un gancio in grado di dare risposte alle nostre domande esistenziali. Perhé la scienza scopre, ma non realizza. La scienza non crea».

Monsignor Forte ha esordito dicendo che «è necessario aprire il dialogo tra fede e scienza cercando però da entrambe le parti di liberarsi da sterili preconcetti. «La Bibbia» ha puntualizzato «e quindi la teologia non sono in contrasto con quanto sostenuto dalla scienza moderna. Dio ha creato l'uomo come essere storico, che diviene. Una creazione dunque aperta all'evoluzione ritenuta dalla Bibbia come chiave interpretativa del mondo. La scienza moderna per il vescovo pone l'uomo ai margini dell'universo, «la teologia invece» prosegue «lo considera come custode dell'eden. L'uomo non è il despota del creato anche se qualcuno, ai nostri giorni, si comporta come se lo fosse». Riferimento che lascia spazio a diverse interpretazioni. Anche se il sospetto potrebbe, a torto o ragione, cadere sul premier Berlusconi. Monsignor Forte giorni fa aveva dichiarato, circa i comportamenti disinvolti con l'altro sesso del Cavaliere che se fosse confermato il coinvolgimento di persone pubbliche, che per questo hanno «responsabilità pubbliche, la persona o le persone coinvolte dovrebbero fare un passo indietro provando profonda vergogna e lasciare campo ad altri perché il Paese ha bisogno di persone che non siano assolutamente imputabili di simili misfatti». Per il professor Amaldi, «il rischio oggi è di aderire a un naturalismo monista, ammettendo che esista soltanto la natura, descritta dai sempre perfezionabili modelli e teorie del sapere scientifico». Scoperte eclatanti su quello che la terra era 4milioni di anni fa «una zuppa di particelle in frenetico movimento» dice Amaldi «dove la luce non passava offrono solo una risposta scientifica. Si potrebbe scavare ancor di più nel passato più remoto, ma i problemi scientifici sono soltanto una frazione delle domande generali che gli uomini si pongono». Poi, a conclusione del convegno, una citazione di Max Planck: «Scienza e religione non sono in contrasto, ma hanno bisogno una dell'altra per completarsi nella mente di un uomo che pensa seriamente».

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