Fiaccole e lacrime nella notte del dolore

Migliaia di persone per ricordare il dramma del 6 aprile, tanti volontari sfilano in centro

L’AQUILA. La fiaccolata nella notte ha illuminato la città nel ricordo delle 308 vittime del terremoto. Una cerimonia che la città ha vissuto con il cuore e in migliaia vi hanno aderito.

FIACCOLATA. Poco dopo le 23,30 il corteo delle fiaccole si è concentrato davanti alla Fontana luminosa formato da migliaia di persone provenienti da quattro quartieri della città tutti molto distanti tra loro: Torrione, Pettino, Roio e Sant’Elia. Da lì è partita la sfilata che, percorrendo il centro storico tra due ali di folla, si sono diretti a piazza Duomo dove sono giunti in silenzio ben dopo la dopo mezzanotte seguendo l’itinerario previsto: via Castello, via Zara, San Bernardino, Porta Leone, via Atri, Via Strinella, via Caldora, viale Collemaggio, villa Comunale e corso Federico II secondo per poi risalire alla piazza principale della città. Tutte strade che, ad eccezione dell’area intorno a via Strinella, sono del tutto disabitate in quanto piene di edifici inagibili.

Ad onorare le vittime del terremoto c’erano davvero tutti. Comitati, religiosi, uomini politici, gente comune, chi con la croce e chi senza, ma tutti uniti dalla morte nel cuore nell’anniversario della tragedia. La curia aquilana è stata rappresentata dal vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole e da altri esponenti della prelatura aquilana.

Insieme alla fiaccolata organizzata da Comune, Curia e comitati, c’è stato anche il contributo del gruppo «Una candela per L’Aquila». Il gruppo promosso sul social network Facebook invitava persone di tutta Italia «ad accendere una candela, un lume, a lasciare accesa la luce di una stanza della propria abitazione» nella notte tra il 5 e il 6 aprile «in ricordo delle vittime del terremoto aquilano». Le adesioni raccolte su internet sono state circa 24mila. Queste persone si sono date appuntamento di fronte allo stadio comunale, in viale Gran Sasso, per poi confluire nella maxifiaccolata con lo stesso spirito.

STAFFETTE.
Ma il programma per ricordare il 6 aprile era iniziato nel pomeriggio inoltrato quanto le staffette, in tutto una ventina di persone, sono partite da quattro paesi, in particolare Tornimparte, Lucoli, San Pio delle Camere, e sono arrivate a piazza Duomo intorno alle 20.45 per poi essere accolti ed applauditi nel tendone nel quale poco dopo sarebbe iniziato il consiglio comunale. I podisti erano in rappresentanza di Uisp e Acli.

CORO. Sempre ieri sera, in piazza Duomo, c’è stata l’esibizione della Corale Gran Sasso che ha eseguito alcuni pezzi classici del repertorio musicale aquilano sotto la direzione del maestro Paolo Mantini. Per loro applausi a scena aperta tra la gente commossa per l’aquilanità  risvegliata da quei canti tradizionali nostrani che tutti conoscono.

LUCI. Oltre alle fiaccole anche altri giochi di luce hanno rischiarato la nottata del dolore in centro storico. Infatti verso la mazzanotte c’è stata l’accensione di altre luci presso la basilica di San Bernardino da Siena. Stesse luci artistiche sono state proiettate in altri punti della città anche essi nel pieno centro storico e situate lungo il percorso della fiaccolata: via Garibaldi e parte di corso Vittorio Emanuele. Un illuminazione fatta su iniziativa dell’Associazione musei d’Abruzzo in collaborazione con il Collettivo 99. Ci si è avvalsi dell’opera di un artista che in questo campo è noto a livello internazionale Mario Airò, come ebbe a dire l’assessore comunale Marco Fanfani in occasione della presentazione dell’evento in municipio.

99 CANNELLE. L’arte l’ha fatta da padrona in queste manifestazioni per commemorare i 308 morti per il terremoto. Nel quartiere più antico, Borgo Rivera, otto artisti hanno usato la storica fontana delle 99 cannelle e lo scenario di edifici crollati per allestire una mostra che invita a guardarsi dentro, nella quale spiccano 308 cuori bianchi A piazza Duomo, inoltre è stato allestito un grande tendone con una mostra fotografica sul sisma per commemorare i morti.

ONNA. Un racconto dedicato a Onna, i cui protagonisti sono ognuna di quelle 40 vittime che nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 sono morte, nella frazione, a causa del sisma. Si è aperto così il pomeriggio di rievocazioni a un anno dal terremoto nel paese più colpito dalla tragedia. La favola, dal titolo «Onna, il sogno di una notte d’aprile», è stata scritta dal nostro Giustino Parisse che, nel terremoto ha perso i suoi due figli. Il racconto, recitato da Raffaella Carpini, è ambientato in Paradiso «che ora accoglie tutte e 308 le vittime del sisma».

CIRCOLAZIONE. Per regolare il traffico nelle zone calde delle manifestazioni i vigili urbani dell’Aquila sono stati aiutati da quelli di Roma e le cose sono andate senza problemi anche per via dei posti di blocco che la polizia municipale ha dislocato ovunque. Secondo le forze dell’ordine, ma i numeri sono ancora tutti da controllare, sono state forse quasi diecimila le persone che si sono trovate in centro storico.

Decisivo, sempre secondo i vigili urbani, è stato il lavoro fatto dai bus navetta. E’ vero che l’area da controllare era relativa ma anche le strade, essendo poche, correvano il rischio di essere assai intasate. Che tutto si sia volto con la massima calma lo testimonia anche il fatto che ieri notte nessun intervento è stato effettuato dagli uomini del 118 che pure avevano predisposto un servizio apposito in zona.

MESSE. Stanotte, dunque, c’è stata, alle 4 la santa messa per onorare i morti per il sisma. Oggi, come informa la Curia, ne sono previste diverse. Da segnalare quella che sarà officiata dall’arcivescovo metropolita Giuseppe Molinari alle Anime Sante alle 17,30.
© RIPRODUZIONE RISERVATA