Fumogeni e contratti, l'Italia intollerante

Brutta storia il fumogeno contro il leader della Cisl Bonanni alla festa del Pd. Inquietante segnale che segue quello degli insulti al presidente del Senato, Schifani. Un partito che vuole rinnovare il Paese non può esporsi a situazioni fuori controllo. Gli assalti ai palchi dei sindacalisti non portano bene all'Italia. Cominciò con l'attacco al comizio di Lama la stagione del terrore. Occhi aperti e grande attenzione. Ma anche buon senso.

Circa ventimila lavoratori metalmeccanici abruzzesi si sono svegliati giorni fa senza avere più un contratto. Quello siglato nel 2008 è stato strappato da Finmeccanica su desiderio della Fiat. Occorrono - dicono a Torino - nuove regole, nuovi strumenti per risollevare la produzione e stare sul mercato globale. Vero. Ma il metodo non è giusto. Con i colpi di mano non lievita il riformismo.

La ragazza denunciata per il fumogeno contro Bonanni è figlia di un magistrato. Vicenda pericolosa. Ricorda altre stagioni drammatiche. Ha sbagliato, ha violato una regola sacra in democrazia: il diritto di ciascuno a esporre le proprie idee. Ma sbaglia anche la Fiat quando tiene fuori dai cancelli della Val di Sangro, come se fossero appestati, i sindacalisti di Melfi licenziati per sabotaggio e poi reintegrati dal giudice.

Il Paese sta prendendo una china pericolosa. Con tanti brutti esempi dall'alto. Pessimo quello di Berlusconi di espellere Fini. Siamo a un passo da una crisi istituzionale senza precedenti. Troppa intolleranza, troppo astio verso chi la pensa in maniera diversa. Poco spirito a immedesimarsi nelle ragioni degli altri. Se viene meno la capacità di ascolto e di confronto s'imbocca una strada senza uscita. L'Italia l'ha già percorsa. È stata una tragedia.

Lo scontento è tanto. Nelle famiglie c'è malessere. Troppi problemi, troppe cose non risolte, pochi soldi e poche certezze per il futuro. Molti genitori sono inquieti: vedono l'avvenire dei figli meno solido rispetto al passato. Temono per loro un'esistenza di affanni, all'insegna della precarietà, senza le garanzie e le aspettative degli ultimi decenni. Immaginare che i figli possano avere una vita meno felice della propria è un fatto nuovo nelle generazioni degli ultimi secoli. Un fatto scioccante. Cambiamenti e sacrifici si accettano per andare avanti, non indietro.
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