il caso

Garante dei detenuti, l'Abruzzo è un caso-limite

L’elezione è prevista nel consiglio regionale di domani ma è difficile che si faccia in tempo per un’intesa attorno alla Bernardini anche se mancano solo tre voti

PESCARA. No, neanche questa volta i detenuti rinchiusi nelle carceri abruzzesi riusciranno ad avere il loro Garante, la figura cioé che deve difenderli dagli abusi e tutelare i loro diritti. Una questione di pochi voti – esattamente tre – ma soprattutto una questione politica che si sta trascinando di consiglio in consiglio regionale e che ha già fatto diventare l’Abruzzo un caso nazionale, essendo la nostra regione l’unica ad essere rimasta sprovvista di questa figura.

Certo, in politica, come nel calcio, non si sa mai. Ma tutto lascia pensare che neanche nell’assemblea di domani il Consiglio troverà i voti per eleggere quella che appare la candidatura più autorevole, quella della radicale Rita Bernardini. Il centrosinistra, con il governatore Luciano D’Alfonso che l’ha sostenuta, ha fatto la conta: in 18 oggi sono (sarebbero) pronti a votarla. Ma lo Statuto della Regione pretende che a questi si aggiungano tre voti dell’opposizione (centrodestra ed M5s) che fino ad oggi non ci sono stati.

Per cercare di dare una scossa ad una situazione-limite Manlio Madrigale, responsabile del centro di Civicrazia a Chieti, ha ritirato la sua candidatura a Garante e invitato i consiglieri a sostenere la Bernardini. «E’ una persona di rilevante professionalità e passione civile, soprannominata la “Santa Rita delle carceri”», ha scritto Madrigale in una nota: «Non più tatticismi e chiacchiere, ma fatti concreti, questo chiede la nostra comunità regionale», ha aggiunto ringraziando poi tutti i candidati a Garante dei detenuti, professionisti, «professori universitari, profondi conoscitori della sofferenza umana, del mondo della disabilità, del disagio sociale e del settore penitenziario».

Un’altra scossa è arrivata dal Sottosegretario alla Giustiaiza Federica Chiavaroli (Ncd) che nel corso della sua visita al carcere di Chieti (vedi articoli nelle pagine interne) ha invitato D'Alfonso a farsi parte attiva per un accordo, «perché l'Abruzzo non può più attendere la figura del Garante». «Ritenevamo che la scelta di un curriculum oggettivo potesse superare i veti sul metodo, apparso alle opposizioni come non rispettoso delle proprie prerogative», le ha risposto Camillo D'Alessandro, coordinatore della maggioranza in consiglio regionale: «Sarebbe stato così se il nome proposto fosse un nome di parte, non lo è nel momento in cui si pongono sul tavolo le competenze e le esperienze, rispetto ad ogni altra valutazione di carattere politico, di Rita Bernardini». D’Alessandro ha aggiunto che nei prossimi giorni D'Alfonso lavorerà per creare le condizioni di un'intesa quanto mai opportuna e necessaria. Ma è molto probabile che per doman i non riuscirà a farcela.

Intanto dal fronte-carcere arriva la notizia che gli addetti delle mense non hanno preso gli stipendi di gennaio e febbraio. Per questo motivo la Filcams Cgil Abruzzo ha indetto lo stato di agitazione per i 33 dipendenti e proclamato una giornata di sciopero per venerdì 11. (a.mo.)

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