Gasparri: «Nessun assist per D’Alfonso» 

Il presidente della Giunta delle elezioni spiega al Centro l’iter veloce adottato per l’ex governatore

PESCARA. Nessun assist a Luciano D’Alfonso ma l’applicazione puntale delle norme, a partire dall’articolo 122 della Costituzione, e la scelta dei tempi più brevi possibili. A parlare è Maurizio Gasparri, presidente della Giunta per le elezioni e le immunità che ha definito la partita delle dimissioni dalla Regione del senatore D’Alfonso. L’esponente di Forza Italia ha chiamato il Centro il giorno dopo l’articolo in cui si riporta una sua frase nella raccomandata di invito a comunicare le dimissioni inviata all’ex governato del Pd: «Qualora decida di optare per il mandato parlamentare, è pregato di comunicare alla Giunta le avvenute dimissioni dalla carica suindicata, unitamente alla data della relativa presa d’atto da parte del consiglio regionale». Un passaggio che può fare ipotizzare una dilazione dei tempi considerando il coinvolgimento del consiglio regionale. Ma Gasparri sgombera il campo da questa ipotesi: «Mi sarei aspettato un articolo di ringraziamento per la sollecitudine con cui la vicenda è stata risolta, senza il ricorso a tattiche dilatorie che pur potevano essere astrattamente ipotizzabili.
Quanto alla mia missiva di invito alle dimissioni, mi dispiace dover sottolineare alcuni dettagli giuridici, probabilmente ignorati dall’autore dell’articolo. Innanzitutto, quale Presidente della Giunta delle elezioni del Senato, ho preteso il rispetto di una prassi recente, che fornisce solo tre giorni all’interessato per optare e non i 30 giorni che spesso in passato venivano assegnati.
In secondo luogo», continua, «la necessità - sempre entro i 3 giorni assegnati e conformemente ad una consolidata consuetudine - di disporre anche della prova certa della presa d’atto delle dimissioni da parte del consiglio regionale, semmai, è volta a dare certezza giuridica alla procedura di opzione e, se mi è consentito, ad evitare la “furbata” di presentare alla Giunta una formale lettera di dimissioni dalla carica incompatibile, continuando però a svolgerne le relative funzioni in attesa della necessaria definitivizzazione da parte del consiglio regionale, magari rinviata sine die».
Il senatore azzurro infine si dichiara certo di aver fugato completamente i dubbi: «Dubbi, mi permetto di sottolineare», conclude Gasparri, «destituiti di qualsiasi fondamento politico e giuridico». (l.c.)