Gli indifesi abruzzesi e la rabbia della Stati

Quante storie tristi regala l'Abruzzo in questa malinconica vigilia di autunno. C'è chi mette all'asta rene e ovuli per pagare il mutuo dopo aver perso il lavoro; chi dorme in auto perché non ha la casa; chi invece lo fa perché ha paura che la sua crolli sotto i colpi della scossa forte dello sciame sismico Aquilano-Reatino.

Se ne va un'estate con pochi momenti sereni e tanti problemi irrisolti, anche per chi non è terremotato. Ci avranno pensato qualche volta i consiglieri regionali durante le lunghe vacanze?

Tutto è fermo. Si agita solo l'ex assessore regionale alla Protezione Civile Daniela Stati, la donna più votata d'Abruzzo, travolta dall'inchiesta sulla cricca abruzzese della ricostruzione. È furente Daniela: invoca la testimonianza del premier Berlusconi, si scaglia contro il presidente Chiodi, non riconosce più il Pdl come suo partito, urla la rabbia per non essere stata difesa. La ripicca della sua famiglia potrebbe creare problemi di stabilità in Regione, al comune di Avezzano e in altri svariati enti che gli Stati controllano con loro fedelissimi.

Comprensibile l'irritazione, ma aspettare con serenità il giudizio della magistratura, spiegando prima i retroscena di diamanti, regali e tutto il resto non sarebbe meglio?

Daniela Stati non è la vera indifesa di questo strano Abruzzo dei giorni nostri. Nessuno è riuscito a difendere il posto di lavoro di 3.400 persone che quest'anno le aziende hanno annunciato che non assumeranno.

Come nessuno è riuscito a difendere il diritto a avere un tetto alle mille persone che a Pescara chiedono un alloggio. Basterebbe recuperare le 300 abitazioni abbandonate e murate per far felici un po' di famiglie. Ma chi ha voglia di occuparsene? Ater e Comune di Pescara nell'era dell'informatica avanzata non sanno nemmeno quante case sfitte possiedono. Che cosa propongono? Chiedono a chi è senza casa di girare per la città per individuare quelle non abitate. Perfetto esempio di partecipazione popolare.

Come indifesi sono i precari della scuola, delle Province, della Regione, senza stipendi e futuro, alle prese con estenuanti vertenze e sit-in.

L’Abruzzo deve accelerare i tempi: casa, occupazione, sanità, servizi chiedono soluzioni drastiche, urgenti. Bisogna fare presto.

Segnali di risveglio arrivano dalla società civile: molti Comuni stanno pensando di esorcizzare crisi e deficit mettendosi insieme. Tercas e Caripe stanno per fondersi. Il rettore dell’Aquila, di Orio propone sul Centro un patto federativo tra le università abruzzesi: sarebbe interessante sapere che cosa ne pensano i suoi colleghi. Honda e Magneti Marelli riprendono a produrre e a richiamare lavoratori. C’è qualcuno in grado di percepire, raccogliere e far crescere, questi timidi germogli di riscossa?

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