trivelle

Gli operatori della costa contro i petrolieri

Verso la manifestazione del 23 contro le trivelle: «Non vogliamo diventare come la Basilicata. Investiamo sulle potenzialità che abbiamo»

ROCCA SAN GIOVANNI. C'è un patrimonio di 3mila aziende del settore turistico sulla Costa dei trabocchi, un nucleo vivace di ristoranti, bar, hotel, bed&breakfast che dà lavoro, al netto del settore agricolo, ad oltre 15mila persone. E le prospettive parlano di opportunità di crescita importanti, con numeri che possono finalmente consegnare l'Abruzzo tra le mete più ambite dell'Italia.

E' proprio per proteggere quel patrimonio nascente che gli operatori della costa della provincia di Chieti hanno deciso di opporsi al petrolio e all'arrivo delle piattaforme Ombrina Mare ed Elsa 2 attraverso la massiccia partecipazione alla manifestazione contro il petrolio di scena a Lanciano sabato 23.

Il corteo si annuncia imponente. In tanti hanno già dato adesione per arrivare e addirittura superare le presenze dell'ultima ondata di dissenso contro le perforazioni ed estrazioni petrolifere dell'aprile 2013 a Pescara.

Ieri sono scesi in campo anche gli operatori della costa, dati e numeri alla mano. «La Basilicata, dato Istat, dal 2003 al 2011 ha dimezzato la presenza degli agriturismi ed è in netta controtendenza rispetto alla media delle altre regioni», interviene il direttore regionale di Confesercenti Enzo Giammarino, «questo perché è a tutti gli effetti un distretto minerario: il territorio è devastato. Dovremmo organizzare degli autobus per far vedere e capire che cosa ci è stato risparmiato finora». «Il petrolio», prosegue Giammarino, «porterà si e no una trentina di posti di lavoro a fronte di decenni di impoverimento di un territorio che sta sbocciando adesso e che del suo essere ancora "selvaggio" può fare la sua fortuna».

«Possiamo e dobbiamo fare come il Trentino», specifica Pasquale Cacciacarne, dell'associazione Bed&Breakfast della Costa teatina, «che ha investito sul turismo del settore bike e che conta 3milioni di presenze annue».

Il petrolio – all'indomani della soppressione, da parte della Camera dei deputati delle norme che vietano l'uso della tecnica air gun per la ricerca di idrocarburi sui fondali marini – per gli operatori della costa risulterebbe invece un deterrente fatale per l'economia e il turismo di questo lembo di Abruzzo. «Bisogna investire sulle potenzialità che abbiamo», dice Antonio D'Angiò, guida turistica , «il Parco della Costa teatina e ben 131 chilometri di una potenziale pista ciclopedonale che sarebbe la più lunga d'Europa».

Daria De Laurentiis

©RIPRODUZIONE RISERVATA