Goletta Verde assegna 32 Vele all'Abruzzo

Ma resta il problema depuratori: ogni 4 chilometri ci sono fossi e torrenti che inquinano

PESCARA. L'Abruzzo quest'anno perde una Vela, scendendo da 33 a 32, ma guadagna un posto, passando dal sesto al quinto, nella classica Guida Blu presentata da Legambiente che premia 12 località balneari. Se la minaccia futura al mare arriva dalle ricerche di idrocarburi, il problema attuale, come denunciato dagli esperti di Goletta Verde transitati in Abruzzo, è l'inquinamento microbiologico provocato dal versamento delle acque reflue di torrenti e fossi a causa dell'assenza dei depuratori: il risultato è che il mare è inquinato ogni 4 km di costa.

Giunta all'undicesima edizione, sulla Guida Blu vengono segnalati quei centri marini valutati dai circoli locali di Legambiente e dall'equipaggio di Goletta Verde in base alle caratteristiche ambientali e alla qualità dell'ospitalità. Come l'anno scorso nessuna località ottiene il punteggio massimo di cinque Vele e in testa alla classifica, con quattro, si conferma Rocca San Giovanni; seguono con tre Vele Ortona, Pineto, Roseto, San Vito Chietino, Vasto, Giulianova e Torino di Sangro; Silvi, Tortoreto e Alba Adriatica ne hanno due e Martiniscuro una. Rispetto al 2010 l'unica a uscire è il Lago di Scanno.

Sono nove, invece, i siti nei quali le analisi dei tecnici di Goletta Verde hanno evidenziato livelli di inquinamento molto alti, con concentrazioni di batteri fecali superiori al doppio dei limiti previsti dalla legge e che diventano, sempre secondo Legambiente, fonte d'inquinamento ogni 4 chilometri di costa. In particolare si tratta di enterococchi intestinali e di escherina coli, in grado di provocare patologie come dermatiti e gastroenteriti nel caso in cui venisse bevuta acqua. Sei località sono in provincia di Chieti: San Salvo (Fosso Buonanotte), Torino di Sangro (Fosso del Diavolo), Fossacesia (Fosso San Giovanni), Ortona (Fosso Riccio), Francavilla al Mare (Fosso San Lorenzo) e Rocca San Giovanni (Torrente Valle delle Grotte); due in quella di Teramo: Silvi (Torrente Cerrano e Fosso Concio) e una a Montesilvano (Fosso Mazzocca) in provincia di Pescara.

La maggiore presenza di questi batteri è stata rilevata nelle vicinanze di fossi e foci dei torrenti, nei quali scendono a mare le acque reflue non depurate dei Comuni dell'entroterra. Come illustrato da Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, e da Angelo Di Matteo, presidente regionale dell'associazione ambientalista, il problema per 365mila abruzzesi è la mancanza del depuratore delle acque reflue ovvero quelle delle fogne, che sversate in fossi e torrenti dalle zone interne arrivano fino al mare provocando alti livelli di contaminazione batteriologica.

«L'obiettivo del nostro monitoraggio», afferma Ciafani, «è portare l'attenzione su quei fossi minori trascurati dagli enti locali, da Regione e da Arta, ma che spesso sono vere e proprie fogne».

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