Guinzaglio corto e museruola in tasca Le regole per i cani

Corsi di formazione per i proprietari di animali “difficili” Razze aggressive vietate ai minori. Ecco norme e consigli

PESCARA. Guinzaglio non più lungo di un metro e mezzo, obbligo di portare la museruola, divieto per i minorenni di condurre animali dal comportamento “difficile”: entrano in vigore anche in Abruzzo le nuove regole per chi ha un cane.

E' stata infatti pubblicata in Gazzetta Ufficiale, nei giorni scorsi, un'ordinanza del ministero della Salute che impone ai proprietari degli amici a quattro zampe alcuni obblighi. L'obiettivo del provvedimento, che istituisce anche dei corsi di formazione ad hoc affinché i padroni possano ottenere il cosiddetto patentino, è quello di limitare il «verificarsi di incidenti, soprattutto in ambito domestico, legati alla non corretta gestione degli animali da parte dei proprietari», i quali sono a tutti gli effetti responsabili civilmente e penalmente dei danni provocati.

Diverse le novità introdotte dall'ordinanza, che avrà efficacia per 12 mesi: «Utilizzare sempre il guinzaglio», si legge nel testo, «a una misura non superiore a mt. 1,5 durante la conduzione dell'animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni; portare con sé una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di rischio per l'incolumità di persone o animali o su richiesta delle autorità competenti». E ancora: «Acquisire un cane assumendo informazioni sulle sue caratteristiche fisiche ed etologiche nonché sulle norme in vigore; assicurare che il cane abbia un comportamento adeguato alle specifiche esigenze di convivenza con persone e animali rispetto al contesto in cui vive». Resta invariato, invece, l'obbligo, per chiunque conduca il cane, di «raccoglierne le feci e avere con sé strumenti idonei alla raccolta».

Altra novità è l'articolo che vieta ai minorenni di possedere o detenere animali inseriti nel registro dei «cani dichiarati a rischio elevato di aggressività» dei servizi veterinari, in cui sono censiti tutti quegli esemplari coinvolti in episodi di morsicatura o aggressione. Permane, poi, il divieto di addestrare cani con l'obiettivo di esaltarne l'aggressività e quello di sottoporli a doping. «L'ordinanza annuale», spiega il direttore del servizio veterinario della Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, Giovanni Di Paolo, «è solo un provvedimento urgente, in attesa che il Parlamento legiferi. Ma ciò, purtroppo, non avviene, mentre bisognerebbe rimettere mano alla “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo” risalente al 1991».

Per il direttore sono positivi i corsi di formazione per i proprietari, già attivati dalle Asl in accordo con i Comuni, perché «adozione consapevole non deve essere solo uno slogan», e il divieto ai minori, perché «è pratica comune affidare cani ai ragazzini». Di Paolo esprime, però, qualche perplessità sul sistema sanzionatorio «poco chiaro». Per quanto riguarda la formazione, il direttore del servizio veterinario spiega che «siamo passati dal fenomeno dell'abbandono a quello del cane “viziato”, considerato come uno di famiglia. Questa è una delle cose peggiori che si possa fare, soprattutto perché si fa del male all'animale».

E' scettico su alcune delle novità introdotte, il titolare dell'allevamento di pastori tedeschi Ghindero's di Città Sant'Angelo, Carmine D'Alonzo, addestratore da 32 anni, 18 dei quali trascorsi ad addestrare rottweiler. «Non sono d'accordo sul guinzaglio da un metro e mezzo, perché con questa lunghezza il padrone non riesce a correre dietro al cane. Si potrebbe addirittura ottenere l'effetto contrario: per consentire all'animale di muoversi, il padrone, affidandosi al suo buon senso, in alcune aree potrebbe finire per liberarlo». D'Alonzo si dice invece d'accordo sulla museruole: «Su alcuni tipi di cane la renderei obbligatoria anche da indossare. A tutti i miei allievi insegno ad educare il cane alla museruola, ma è bene comprare una di quelle più avanzate, che consentono al cane di aprire la bocca e di muovere liberamente la lingua. I modelli più diffusi, invece, costringono l'animale e rappresentano una sofferenza».

Da evitare, secondo D'Alonzo, l'addestramento finalizzato ad esaltare l'aggressività, perché «fa male anche al benessere del cane», mentre il titolare di Ghinderos definisce di «primaria importanza» la formazione dei proprietari.

Per il vicepresidente della sezione pescarese della Lega nazionale per la difesa del cane, Pierluigi Guidi, «i contenuti dell'ordinanza, che non si discosta da quelle precedenti, sono condivisibili, ma siamo in attesa dell'approvazione di una legge definitiva».

Lorenzo Dolce

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