I comuni si uniscono per diventare forti

Nel Teramano i sindaci lanciano l'idea di Tortoralba e Pinsilvatri come due nuove città

TERAMO. Da Tortoralba a Pinsilvatri: così la geografia di una grande fetta d'Abruzzo si avvia verso un inaspettato cambiamento. Un numero sempre più alto di Comuni abruzzesi sta pensando di fondersi per dare vita a città più estese, capaci di pesare di più politicamente, quasi quanto un capoluogo di provincia, per ottenere maggiori risorse dallo Stato e dalla Regione. Per ora i casi più eclatanti riguardano il Teramano. I sindaci con ambizioni di fusione sono quelli di Pineto, Silvi e Atri da una parte, e di Tortoreto e Alba Adriatica dall'altra.

ATRI, PINETO, SILVI.
E' un ritorno al passato. Fino agli anni Trenta, infatti, il comprensorio delle Terre del Cerrano, cioè Atri, Pineto e Silvi, era sotto la giurisdizione di un unico Comune, quello di Atri, antica città che, secondo eminenti studiosi e storici, avrebbe dato il nome al mare Adriatico. Oggi il sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, come già alcuni consiglieri comunali atriani e pinetesi, ha lanciato l'idea di riunificare le tre cittadine. E i colleghi sindaci di Pineto e Silvi, rispettivamente Luciano Monticelli e Gaetano Vallescura, sembrerebbero disposti a discutere della proposta rivoluzionaria. Il cuore turistico sarebbe la zona del Cerrano con la sua celebre torre e il Parco marino appena nato.

AVRA' 45MILA ANIME.
Del resto, se l'ambizioso progetto andasse in porto, i tre centri della bassa costa teramana, dove tra l'altro si discute da anni del passaggio alla confinante provincia di Pescara, diventerebbero, assieme, una città d'arte e balneare con quasi 45mila abitanti, cioè poco meno del capoluogo di provincia e della vicina Montesilvano, quinta città d'Abruzzo per numero di abitanti. «La nostra idea nasce dalla certezza che, assieme, i tre centri avrebbero una rilevanza ed un peso politico triplicati», afferma il sindaco di Atri, «d'altronde, si verrebbe a costituire una città turistica di quasi 45mila abitanti, capace di offrire villeggiatura balneare e turismo culturale, il secondo centro, per numero di abitanti, dopo il capoluogo di provincia. Un territorio in cui ospedale, tribunale, commissariato di polizia, aree industriali, polo scolastico superiore, università, uffici pubblici, viabilità e trasporti potrebbero essere conservati e potenziati». E poi - ammiccano i politici - un'unica grande città avrebbe maggiori possibilità di eleggere propri rappresentanti in Parlamento ed alla Regione.

SI PARTE SUBITO.
Subito dopo la pausa estiva, il Comune di Atri organizzerà un incontro ufficiale con le amministrazioni di Pineto e Silvi per affrontare la questione, partendo anzitutto dalla sottoscrizione di un protocollo d'intesa. Poi bisognerebbe indire un referendum per verificare l'opinione dei cittadini dei tre centri sulla riunificazione ed infine affidare ad esperti uno studio di fattibilità del piano per la creazione di un unico Comune.

TORTORALBA?
E' un territorio inquieto che, da una parte, cerca la fusione tra comuni per contare di più. Dall'altra di dividersi perché stanco di fare il portatore ai politici del triangolo Teramo-Giulianova-Roseto. La Val Vibrata cerca una sua identità ma anche di recuperare la sua storia. L'idea balenata nelle menti dei sindaci di Tortoreto Generoso Monti (Pdl) e di Alba Adriatica Franchino Giovannelli (Pd), ha suscitato un ginepraio di polemiche ma ha anche trovato ampi consensi bipartisan. Così, da qualche giorno il rompicapo dell'estate per molti, non sono più i cruciverba sotto l'ombrellone ma il nome da dare alla nuova entità territoriale che potrebbe tornare a fondersi dopo 50 anni di separazione. Si chiamerà Tortoralba?

UN SOLO TERRITORIO.
Giovannelli e Monti hanno sperimentato già in un'occasione la virtuale fusione dei comuni da loro amministrati: il Carnevale estivo di Alba Adriatica, partito una settimana fa dal lungomare tortoretano. Un gemellaggio che è piaciuto a molti. Il prossimo passo sarà uniformare il lungomare ed anche creare un solo cartellone delle manifestazioni. «Ho già proposto di cambiare la segnaletica che segna i due confini», afferma Monti. «Con Franchino (come chiama affettivamente il collega albense) mi sono sentito...». Monti sogna un territorio dove i primi campanili a cadere sono quelli tra Lido e Paese. Nel frattempo, anela alla unificazione dei due comuni. Esattamente l'inverso di quanto accadde nel 1956, dove l'allora Tortoreto Stazione si staccò da Tortoreto assumendo la denominazione di Alba Adriatica.

L'URBANISTICA.
Urbanisticamente i due comuni sono cresciuti seguendo strade differenti ed anche le stime immobiliari lo sono. Basti guardarsi attorno: due piani regolatori diversi al pari dei piani spiaggia. Poche le aree libere ad Alba molte di più a Tortoreto. L'architettura delle abitazioni: più sofisticata e ricercata nel design a Tortoreto, più commerciale ad Alba dove investire, specie sulle seconde case, costa meno. Per molti tortoretani così non sarebbe affatto conveniente tornare insieme se si sommano questi dati. Ma c'è anche chi fugge dall'Abruzzo. Se Alba pensa a mettere di nuovo l'anello al dito di Tortoreto, Nereto (l'associazione Vibratapicena) vuole sfilarlo, invece, a Teramo per unirsi in matrimonio con la provincia ascolana insieme ai comuni che si affacciano sul Tronto. Ma questo è un altro discorso.

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