I sindacati: "Giovani e fisco riforme ferme in Abruzzo"

I dati della semestrale di Confindustria preoccupano Cgil, Cisl e Uil

PESCARA. I sindacati accolgono con forte preoccupazione, soprattutto sul fronte dell'occupazione, i dati emersi dall'indagine semestrale di Confindustria. E, per uscire da una situazione «sempre più pericolosa», tornano a chiedere interventi a tutto campo: investimenti su innovazione, miglioramento dell'accesso al credito, politiche per l'occupazione, soprattutto quella giovanile e fiscalità meno pesante.

Lo studio, presentato all'Aquila dal presidente di Confindustria Abruzzo, Mauro Angelucci, dipinge un sistema economico fortemente influenzato dalla crisi nazionale e internazionale. Se, infatti, il primo semestre 2011 ha tradito le aspettative di una leggera crescita con cui si era chiuso il 2010, nel secondo semestre la situazione potrebbe addirittura essere peggiore. A preoccupare è soprattutto l'andamento del mercato del lavoro. Il 75% delle aziende, secondo l'indagine, non prevede un aumento di personale e il 27,4% pensa addirittura a una riduzione, il 27,4% il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e il 7,8% alla cassa integrazione straordinaria. Soltanto il 23,5% delle imprese conta di aumentare l'organico.

Tutto questo accade in un contesto in cui, secondo gli ultimi dati della Cgil, a fronte di una riduzione di oltre il 9% delle ore generiche di cassa integrazione, aumentano le ore di quella in deroga. Il risultato è che in Abruzzo, negli ultimi tre anni, per effetto della cassa integrazione sono andati persi 350 milioni di euro. «Il dato che più ci preoccupa» rileva Sandro Giovarrusso, della segreteria regionale Cgil, «è che nell'ultimo periodo sono moltissimi, in particolare nei Comuni del cratere sismico, i lavoratori che percepiscono un importo minimo, pari a 450 euro».

Il quadro, secondo la Cgil, è ancora più preoccupante se si considerano i dati sulla disoccupazione giovanile e sul lavoro precario, che nei primi sei mesi di quest'anno è quasi raddoppiato rispetto al 2010. «Al rapporto di lavoro a tempo indeterminato» dice infatti Giovarrusso «si sostituisce quello a tempo determinato e cioè precario».

«E' necessario investire nell'ammodernamento tecnologico delle imprese», continua «sfruttare il Patto per lo sviluppo nell'ottica dell'occupazione e sbloccare tutti i fondi regionali, nazionali ed europei disponibili». Per Giovarrusso è fondamentale concentrarsi su un'occupazione che sia di qualità, «perché solo così saremo in grado di superare questa fase difficilissima». Parole analoghe arrivano dal segretario della Cisl, Maurizio Spina, secondo il quale è necessario «valorizzare il Patto attraverso l'impiego delle risorse in direzione delle politiche di investimento, a partire dall'accesso al credito».

«Un altro sforzo importante» prosegue Spina «è quello di applicare le opportunità che ci sono state date sulle assunzioni dei giovani, in particolare la legge sull'apprendistato, che permetterebbe di dare una spinta fondamentale in questa situazione». Per Spina bisogna poi avviare «con urgenza la ricostruzione pesante all'Aquila, che darà respiro all'economia regionale».

Il segretario della Cisl lancia una provocazione: la creazione di una fondazione del Patto, intitolata a Federico Caffè e dedicata ai giovani. «I contenuti si valuteranno in seguito», spiega, «ma è necessario dotarsi di uno strumento che premi gli studenti migliori perché rimangano in Abruzzo invece di fuggire all'estero».

Sottolineando che «mancano all'appello oltre 20mila posti di lavoro e che molte imprese cominciano a pensare di ristrutturare con riduzione di personale», il segretario della Uil, Roberto Campo, è convinto che solo con più interventi si potrà cambiare questa situazione sempre più pericolosa. Investimenti pubblici e privati», sottolinea Campo, «fiscalità meno pesante su lavoro e impresa, politiche pro-occupazione non limitate agli incentivi, pur importantissimi, ma anche più formazione mirata a colmare il divario professionale tra domanda e offerta di lavoro».

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