Il chirurgo Rocci che operò Cossiga "Un uomo vivace, di grande cultura"

Il medico abruzzese che operò il Presidente emerito nel novembre del 2009 racconta Cossiga di fronte alla malattia

PESCARA. «Un personaggio molto carismatico, conserverò a lungo la memoria dell’incontro con il “paziente” Francesco Cossiga». Antonio Rocci, specialista in chirurgia orale, ha ricordi molto freschi di un giorno di novembre del 2009. Quel giorno il presidente emerito della Repubblica si presentò con uno stuolo di uomini di scorta e alcuni stretti collaboratori nell’ambulatorio dentistico Hruska di Roma, uno dei centri più prestigiosi della capitale, frequentato da personaggi del jet set. «Uno studio medico dentistico del quale sono consulente da una decina di anni», racconta il dottor Rocci, che è sua a volta titolare a Chieti di un centro specialistico per la cura dei denti.

L'équipe di Rocci ha operato Francesco Cossiga per un intervento di ricostruzione ossea dell’apparato dentario. Un intervento chirurgico durato circa un’ora. «E’ arrivato in carrozzella e camminava a fatica, sempre sostenuto dai suoi collaboratori. Ricordo che quel giorno lo dedicammo tutto al presidente», prosegue Rocci che ha operato l’ex capo dello Stato con la sua équipe di studio, tutta abruzzese.

«Con me, ad assisterci, c’era la dottoressa Eleonora Marzaduri dello studio Hruska. Ci siamo lasciati dandoci appuntamento a dopo l’estate, quando il presidente sarebbe dovuto tornare per chiudere la seconda fase dell’intervento programmato». Cosa ricorda di Cossiga? «Un uomo loquace, coltissimo e molto vivace. Quel giorno ha avuto parole carine con tutti. Ha distribuito cioccolatini in gran quantità, era il suo modo di presentarsi». Paura dell’operazione? «Certamente no. Il presidente aveva già subìto nove interventi in anestesia. Si può dire che era un veterano delle sale chirurgiche, purtroppo. Quando abbiamo finito, passato l’effetto del sedativo, ha recuperato velocemete lucidità e ha ringraziato tutti».

Le disse qualcosa di particolare? «Sì, che dopo qualche giorno aveva un incontro con il Papa. Voleva sapere se avrebbe potuto mangiare qualcosa. Devo dire che averlo conosciuto è stato per me emozionante. Di Cossiga mi portavo dietro i ricordi dell’università, il suo nome storpiato sui muri negli Anni di piombo. Averlo conosciuto personalmente ha fatto giustizia di tante mezze verità». Per esempio? «Ho avuto modo di apprezzare la sua grande cultura, la capacità di dialogo e di tenere banco, sempre e comunque. Una persona che quando parlava non sapevi più come controbattere. In ogni caso sempre cordiale, gentilissimo. Gli ho chiesto se potevo fare delle foto con lui, mi ha autorizzato senza pensarci due volte. Una personalità diretta e affascinante. Abbiamo parlato anche di politica. Gli ho chiesto cosa pensasse del governo Berlusconi. La sua risposta: il suo problema è Fini, non l’opposizione».