Movimentata premiazione all’Auditorium dell’Università, la cerimonia al buio per un black aut elettrico

Il D’Annunzio a Nathan Zach

Il poeta israeliano che ha raccontato l’animo nomade dell’umanità

Quando gli studenti del liceo scientifico Galilei di Pescara hanno chiesto a Nathan Zach il significato della poesia oggi, il poeta israeliano appena insignito del premio internazionale «Gabriele D’Annunzio» senza perdersi d’animo per l’improvviso e lungo black out in cui è inaspettatamante piombato ieri sera l’Auditorium dell’Università a Chieti, ha risposto: «E’ quello che conserva la poca luce che abbiamo nel cuore». «Per me» aveva dichiarato poco prima «è un onore ricevere ii premio intitolato all’autore del Piacere che lessi in giovinezza». Così «l’uomo in viaggio», come Zach ama definirsi, ha ricevuto dal presidente del centro studi dannunziani Edoardo Tiboni e dal preside della facolta di lettere dell’ateneo teatino Stefano Trinchese, il premio di diecimila euro e la targa del prestigioso riconoscimento promosso dall’Università D’Annunzio e dal centro studi dannunziani. Nathan Zach va ad aggiungersi al novero dei vincitori delle scorse edizioni del premio, nato nel 2003 e assegnato ad alcuni dei più autorevoli poeti contemporanei: nell’ordine, Yves Bonnefoy, Mario Luzi, Adonis, Hans Magnus Enzensberger, Mark Strand, Evgenj Evtushenko.

Il professor Trinchese ha rimarcato come la scelta di Zach sia stata «opportuna per ricordare i rapporti tra cultura ebraica ed europea». «Nella sua opera» ha aggiunto «si legge in filigrana la storia della cultura europea e mediterranea». Nato a Berlino nel 1930 da padre tedesco e madre italiana, Zach sotto il regime nazista emigrò in Palestina con la famiglia ed è oggi considerato uno dei maggiori esponenti della new wave della poesia israeliana. Docente universitario e direttore di teatri, Zach è autore di numerose raccolte poetiche che sono state tradotte in sedici lingue, tra le quali la raccolta «Dal momento che sono nei paraggi» (premio Israele nel 1995) e l’antologia «Sfavorevole agli addii» (premio internazionale di poesia Camaiore nel 2000).

Zach ha ricevuto molti premi ed onorificenze in Israele ed in Europa; nel 1993 insieme al poeta siriano Adonis ha vinto il premio Feronia internazionale a Roma. In Italia i suoi libri sono pubblicati dagli editori Donzelli e Einaudi. «Il nomadismo culturale di Nathan Zach, il suo plurilinguismo» ha detto intervenendo alla cerimonia di premiazione di ieri il professor Giancarlo Quiriconi, «sono da leggere come ricchezza e al tempo stesso segno di spaesamento. Il respiro della sua poesia ci riguarda tutti. Il suo modo di esprimersi e le problematiche che esprime ne fanno un autore non legato alla specifica questione ebraica. Nella sua opera emerge il grande tema del nomadismo, in cui è riconoscibile l’Ulissismo del Novecento».

«La parola di Zach è netta, precisa, ironica e l’autenticità del suo dire è forte. Un poeta antisentimentale perchè senza sentimentalismo», ha aggiunto Lucilla Sergiacomo vice presidente del centro studi dannunziani.