Il Falco graziato dagli arabi corre da Cassano

Ferri oggi a Dubai dal suo idolo neomilanista: poi torno in Italia

MONTESILVANO. Il Falco riprende a volare, ma solo per poche ore. Giusto il tempo di incontrare il suo idolo Antonio Cassano a Dubai e poi tornare in Italia, forse già domani, con un aereo per consegnarsi alla dogana da evaso dai domiciliari.

Un arresto annunciato dallo stesso Mario Ferri che ieri, di persona o tramite il proprio avvocato di fiducia, ha fatto sapere che le autorità arabe gli avrebbero perdonato sia l'invasione di campo durante la finale del mondiale per club dell'Inter sia il tentativo di fuga da clandestino a bordo di una nave da crociera.

Niente processo, dunque, e anzi, restituzione del passaporto che era stato sequestrato. Ma come in una rappresentazione di cui il solo Falco conosce l'intera sceneggiatura tanto da anticiparne spesso i "capitoli" sul proprio profilo Facebook, l'ennesimo coup de theatre dovrebbe consumarsi oggi, quando Superman, il soprannome dell'invasore che ha beffato la sicurezza in tutto il mondo, lascerà oggi Abu Dhabi per raggiungere Dubai e salutare il suo beniamino, il neomilanista Cassano in nome del quale le incursioni sui campi mondiali hanno ottenuto la massima risonanza.

Il nuovo raid in terra araba è stato annunciato ieri dallo stesso 23enne di Montesilvano parlando dall'emirato arabo, dove il giovane è stato fermato e trattenuto più di una settimana dopo l'invasione all'inizio della finale del Mondiale per club Inter-Mazembe, il 18 dicembre scorso, e il successivo tentativo di lasciare il Paese in nave a dispetto del divieto di muoversi dall'albergo che lo ospita.

«Domani mattina (stamane, ndr) dovrebbero ridarmi il passaporto, così mi ha assicurato il console italiano», ha detto Ferri, «Le accuse sono cadute. Poi prenderò un pullman e mi farò i 2-300 chilometri che separano Abu Dhabi da Dubai. Voglio andare da Cassano per dirgli cose nostre, private, ma che riguardano il calcio, e per fargli un "in bocca al lupo" per la nuova avventura».

Ma la vera partita, quella giudiziaria, lontana dalle telecamere lo attenderà al rientro in Italia. Il Falco è scappato pochi giorni dopo che gli era stata notificata dai carabinieri l'ordinanza con cui il gip di Firenze gli aveva imposto i domiciliari a Montesilvano. Ferri aveva violato l'obbligo di firma adottato dal giudice in seguito all'arresto per l'invasione di campo dello scorso settembre durante Italia-Far Oer, valida per le qualificazioni agli Europei del 2012.

Lo stesso Ferri ha detto di avere intenzione di rientrare in Italia nel giro di uno-due giorni e si aspetta «le manette all'aeroporto e il carcere» per l'evasione dai domiciliari, applicati dopo la serata in tv al programma "Chiambretti night". E' difficile che il gip fiorentino, quello che Ferri ha sfidato e maledetto via Facebook, non aggravi la misura, alla luce del pericolo di fuga e di reiterazione del reato (4 invasioni in sei mesi in Italia e all'estero).

Un provvedimento cautelare che l'avvocato di fiducia Angelo Pettinella contesta e del quale si prepara, qualunque esso sia, a sollecitarne la revoca: «A me non è stato notificato alcun provvedimento dell'autorità giudiziaria», spiega il legale, «E' possibile che sbarcando in Italia, a Ferri venga consegnato alla dogana. Ma non posso non sottolineare la diversità di trattamento tra l'Europa e l'Arabia per giudicare lo stesso episodio, un'invasione di campo. E' assurdo che in Italia un soggetto venga privato della libertà per un gesto che non ha comportato alcun pericolo né violenza. Il caso meriterebbe l'archiviazione come è avvenuto ad Abu Dhabi. L'invasione di campo a Firenze non ha comportato né l'interruzione né la sospensione della partita. Eppure, la normativa è improntata a prevenire fenomeni di violenza, ma il tutto va sempre valutato nell'ottica della pricolosità del soggetto. La legislazione è eccessivamente severa perché tende a parificare situazioni completamente diverse tra di loro».

Ferri ha rischiato un processo anche in Arabia, ma gli sceicchi hanno deciso di chiudere un occhio: «Hanno archiviato la sua invasione di campo», aggiunge Pettinella, «per cui all'ambasciata sono state subito sbrigate tutte le pratiche per riconsegnare a Mario il passaporto. Anche la fuga in nave non ha avuto alcuna conseguenza, è stata ritenuta una cosa goliardica. Lo hanno trattenuto agli uffici di polizia, ma lo hanno subito rilasciato».

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