Il Pd: ora Chiodi apra sul piano sanitario

D'Amico sottolinea la necessità di un percorso legislativo condiviso

PESCARA. Il verbale del tavolo di verifica sui conti della Sanità dev'essere un punto di partenza verso il raggiungimento degli altri obiettivi contenuti nell'operazione di rientro dei debiti: primo fra tutti, il nuovo piano sanitario regionale. È quanto emerge dal Pd sul documento pubblicato dal Centro relativo alla riunione di dicembre tra Regione e governo (ministeri dell'Economia e della Salute) sulla tenuta dei conti della sanità in Abruzzo alla luce del piano di rientro dai debiti accumulati fino al 2008. Il verbale redatto dal Tavolo Massicci (dal nome del coordinatore della commissione di esperti) riconosce il lavoro effettuato dal Commissario per la Sanità, il governatore Gianni Chiodi e dalla vice Giovanna Baraldi, sotto l'aspetto contabile-finanziario.

Gli esperti oltre a spiegare e a risolvere il caso dei 40 milioni di euro (sollevato dal Pd) che sarebbero stati impiegati nel passato per coprire altre spese, nel documento prospettano il raggiungimento dell'equilibrio di bilancio alla scadenza di aprile. Per quanto riguarda, invece, l'aspetto dei servizi e la rete ospedaliera nel suo complesso, dal Tavolo Massicci è emersa una serie di criticità che dev'essere ancora sanata - dai livelli di assistenza, alla spesa farmaceutica, alla mobilità passiva - e per la quale la scadenza è la verifica di aprile. Il nuovo piano sanitario è inserito nelle criticità alle quali fa riferimento il verbale nell'ultima pagina, rilevando il ritardo della sua stesura e quindi della sua adozione.

«Eppure il nuovo piano sanitario è uno strumento essenziale alla manovra di rientro, darebbe forza alla struttura finanziaria», sottolinea Giovanni D'Amico (Pd), vice presidente del consiglio regionale. D'Amico afferma che, così come sollecitato dagli esperti di Roma, debba essere avviata al più presto la procedura di stesura del nuovo piano con una formula diversa da quella commissariale e si dichiara a nome del Pd «fin da ora disponibile al confronto con la Regione». Questo sia perché il piano sanitario è materia legislativa regionale (e non commissariale) sia perché il Pd intende fornire un apporto concreto in prospettiva dei tempi d'applicazione. «Ad esempio», aggiunge D'Amico, «è essenziale che i costi si avvicinino alle misure standard delle regioni virtuose in modo che si possano liberare ulteriori risorse da impiegare nell'alleggerimento della leva fiscale». L'obiettivo per D'Amico dev'essere quindi condiviso con l'obiettivo «di determinare un livello crescente della sanità, a costi minori e che possa svincolare risorse aggiuntive». «Perché», fa infine notare, «il tendenziale pareggio c'è, ma è anche vero che a fronte di un fatturato crescente, nella sanità si registra ancora una ventina di milioni di perdita». (a.mo.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA