Imprese: no ai nuovi pedaggi

La Confcommercio: danni alla competitività dell'Abruzzo

PESCARA. Il rincaro dei pedaggi autostradali è un ulteriore colpo alla competitività della regione. Lo dice Confcommercio Abruzzo che giudica «elevatissimi» i pedaggi «che già erano evidentemente altissimi nello scorso anno ma che, con gli altri aumenti, hanno raggiunto quotazioni penalizzanti per il nostro sistema economico».

Un sistema economico, agigunge l'associazione «che come gli altri risente dell'attuale pesante crisi economica e degli effetti dei danni del sisma che hanno ulteriormente indebolito il nostro tessuto economico e produttivo».

Nella presa di posizione la Confcommercio spiega che «la competizione economica non è più tra singole imprese ma tra Sistemi Territoriali», quindi «riteniamo che vigilare sui livelli dei pedaggi e parametrarli con quelli vigenti in altri territori anche confinanti possa essere necessario ed utile, proprio per evitare di ridurre la competitività del nostro tessuto produttivo che già sconta penalizzazioni sul costo del credito e di altri livelli di tariffe e servizi che condizionano negativamente le gestioni economiche delle nostre imprese, riducendone di conseguenza le loro potenzialità di mercato. Pertanto, rivolgiamo l'invito ad intervenire a tale riguardo e verificare anche l'opportunità d'istituire un'unità operativa composta da tecnici che provveda a monitorare costantemente le entità e le congruità dei pedaggi di che trattasi in relazione ai chilometri percorsi, ma anche dei livelli di costi, tariffe e servizi che incidono notevolmente sulla tenuta della competitività del nostro sistema economico che non può più sostenere ulteriormente costi ingiustificati che ne compromettono in prospettiva anche le potenzialità future».

La presa di posizione della Confcommercio si aggiunge a quella della Cna Abruzzo che aveva criticato fortemente i rincari.

L'aumento dei pedaggi sulle due autostrade abruzzesi, la A24 e la A25, è dell'8,06 per cento, la quinta in assoluto, in Italia, dietro quelle applicate da Autovie Venete (con il 12,93%), Rav (14,17%), Satap (9,7%) per il tronco A2 e Autocamionale della Cisa (8,17%).

Le tariffe autostradali sulla rete più estesa, quella di Autostrade per l'Italia, aumenteranno invece «solo» del 3,51%. Per avere un'idea un po' più pratica di cosa significa quell'8,06 complessivo medio in più, bastano alcuni esempi. Con un'auto di classe A, per andare da Chieti-Pescara a Bussi-Popoli si passa da un pedaggio di 2,30 euro a uno di 2,50. Il tragitto dall'Aquila Ovest alla barriera di Teramo comporta un aumento da da 4,50 a 4,90 euro. Da Avezzano a Roma, si passa da 6,90 a 8,20 euro. Da Avezzano all'Aquila Ovest, da 3,30 a 4 euro.

Ancora: da Avezzano all'uscita di Chieti-Pescara si passa da 6,80 a 7,80 euro. Mentre da Pescara-Chieti a Roma Est si sale da 14,30 a 15,70 euro. Ci sono però anche tratte autostradali in cui il pedaggio resta invariato, ma si tratta di percorsi molto brevi. Per esempio, dall'Aquila Est all'Aquila Ovest si continuerà a pagare 60 centesimi. Resta invariato anche il pedaggio per la tratta da Pescara-Chieti ad Alanno-Scafa: 1 euro.

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