In Abruzzo ci sono 1329 auto blu

I magistrati della Corte dei Conti: quadro preoccupante sull'uso dei finanziamenti

PESCARA. «Per risanare le finanze dello Stato è indispensabile avere una corretta gestione del bilancio e della spesa fin dagli enti più vicini ai cittadini e, quindi, negli enti locali». Le parole pronunciate l'altro ieri dal procuratore regionale della Corte dei Conti appaiono quanto mai attuali accanto a un dato che emerge a livello nazionale: le auto blu in Abruzzo sono ancora tante, 1.329.

Le auto blu, status symbol di amministrazioni pubbliche che devono invece stringere la cinghia, costituiscono in Abruzzo un privilegio che fa fatica ad essere cancellato. Prova ne è il numero abbondante di automezzi di rappresentanza e di servizio che ancora circola malgrado gli inviti a tagli e risparmi. Dal censimento 2011 svolto da FormezPA su incarico del Dipartimento per la Funzione pubblica si scopre che sono 1329 gli automezzi a servizio di dirigenti e impiegati pubblici: 411 sono le auto in dotazione alle Asl, 149 sono quelle della Regione (143 della giunta e 6 del Consiglio), 133 delle Province e 114 dei quattro Comuni capoluogo. Dei 1.329 mezzi complessivi, 204 sono auto blu (riservate ai vertici degli enti) e 1.125 sono auto grigie (destinate ad uso di servizio). La prima Provincia per numero di automobili di servizio è quella di Teramo, con 40 mezzi, seguita dalle Province di Pescara (39), L'Aquila (36) e Chieti (18). Il Comune capoluogo con il parco auto più ampio è quello dell'Aquila, che dispone di 33 mezzi; seguono Chieti (30), Teramo (27) e Pescara (24). Ventisette, infine, le automobili in dotazione agli atenei abruzzesi: 12 all'Università dell'Aquila, 11 a quella di Chieti-Pescara e 4 a quella di Teramo.

Numeri che sembrano stridere con il monito sulle spese lanciato proprio due giorni fa dal procuratore regionale della Corte dei Conti agli amministratori pubblici. Secondo cui «il permanere nella gestione della cosa pubblica di uno stato di diffusa disorganizzazione la quale, indipendentemente dall'esistenza di specifici comportamenti dolosi o colposi, è di per sé causa di pregiudizio economico e di spreco».

Fra le attività contestate dai magistrati contabili molte riguardano procedimenti di assegnazione dei contributi comunitari (presentazione di false fatturazione, dichiarazioni non veritiere). «Un settore», secondo la Procura, «che in Abruzzo continua a rappresentare un preoccupante quadro nell'uso dei fondi pubblici, dove spesso si persegue, attraverso attività illecite e irregolari, lo scopo di intercettare contributi senza alcun interesse al loro corretto uso, che, invece, dovrebbe andare a vantaggio dell'intera comunità». (a.mo.)

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