In cinquemila a sfidare la pioggia e la riforma

All’Aquila studenti e docenti universitari in corteo. Anche il rettore tra i ragazzi. Momenti di tensione con il sindaco Cialente che poi chiarisce

L'Aquila. Una bara nera con su scritto «Qui giace l’istruzione italiana», portata a spalla da quattro ragazzi, ha aperto ieri a ritmo di musica il lunghissimo corteo che si è snodato per le vie del centro storico dell’Aquila. Studenti, insegnanti, genitori, rappresentanti dei sindacati e della politica fianco a fianco per dire «no» alla riforma Gelmini, non senza però qualche diverbio.

Da tempo la città non vedeva una manifestazione tanto partecipata come quella organizzata ieri dai sindacati studenteschi Udu (Unione degli universitari) e Uds (Unione degli studenti): migliaia di dimostranti (cinquemila per gli organizzatori) si sono dati appuntamento alle 9.30 alla fontana Luminosa. Nonostante la pioggia incessante, giovani e meno giovani, sotto cappucci e ombrelli, hanno attraversato viale Duca degli Abruzzi, bloccando il traffico. Un corteo trasversale, senza colori politici (nonostante le numerose bandiere rosse dell’Udu), come tenevano a precisare gli striscioni dei ragazzi: «Né rossi né neri solo liberi pensieri» e ancora «Il sapere non si compra, il lavoro non è merce». Poi il corteo ha imboccato via Roma per raggiungere palazzo Carli, la sede del Rettorato, dove si stava svolgendo il Senato accademico. Una delegazione di studenti è salita nelle stanze del rettore, Ferdinando di Orio, invitandolo a scendere in piazza: «Noi la crisi non la paghiamo». Il Senato Accademico ha accolto la richiesta e si è subito unito alla manifestazione. Il rettore è sceso in strada con alcuni docenti.

Intanto, mentre la coda del corteo era ancora davanti a palazzo Carli, la testa era già arrivata a piazza Palazzo, dove non è mancato qualche momento di tensione col sindaco, Massimo Cialente, «colpevole» secondo gli studenti di aver affidato i corsi di formazione dei dipendenti comunali alla Luiss, Università privata di Roma. «Siamo qui per difendere la scuola pubblica» ha gridato un’organizzatrice del corteo, rappresentante dell’Udu, al primo cittadino sceso per partecipare alla manifestazione, «il vostro atteggiamento non è conforme alle nostre idee». «Avete organizzato tutto questo contro di me» è stata la risposta del sindaco, che tuttavia nel pomeriggio era già pronto a moderare i toni: «Sono dalla parte dei ragazzi che stanno manifestando oggi contro il decreto Gelmini, riconoscendo in questo movimento una speranza per il futuro del Paese» ha scritto in una nota.

«Questo governo, in pochi mesi, sta cancellando infatti sessant’anni di conquiste nella sfera dei diritti civili, dello studio, del lavoro, della sanità. Per questa ragione oggi ho voluto prendere parte alla manifestazione che si è svolta all’Aquila, come in altre città, in parallelo con la grande manifestazione in corso a Roma, pur prevedendo la contestazione da parte dell’Udu, ossia solo di una parte di un corteo meraviglioso, costituito da giovani motivati e non manovrabili, che hanno manifestato il loro dissenso verso la riforma con forza e civiltà e che mi hanno accolto con affetto». Ultima tappa del corteo: la prefettura, prima di sciogliersi definitivamente intorno alle 12. Grande soddisfazione per la riuscita della manifestazione è stata espressa da Sinistra Critica, da Spaziolibero51, dall’Udu e dall’Uds che hanno sottolineato: «La mobilitazione continua, scenderemo tutti in piazza il 14 novembre a Roma in occasione dello sciopero dell’Università e l’Udu si metterà a disposizione degli studenti per l’organizzazione degli autobus». Intanto, i rappresentanti dell’Unicobas affermano: «E’ solo l’inizio».

CORTEO A SULMONA. Anche insegnanti e studenti della Valle Peligna hanno “incrociato le braccia” in segno di protesta. L’adesione allo sciopero ha sfiorato il 90%. Una delegazione dell’Unione degli studenti sulmonesi è partita per Roma per prendere parte alla manifestazione nazionale. Ieri, intorno alle 9, un gruppo di studenti delle scuole superiori cittadine ha dato vita a un corteo di protesta.