Inchiesta Pescara: processo per D’Alfonso, condannato Dezio

La sentenza: quattro mesi al braccio destro dell’ex sindaco, assolta la commissione

PESCARA. Condanna a quattro mesi per Guido Dezio, processo per Luciano D’Alfonso. Assolti, invece, perché il fatto non costituisce reato, i tre componenti della commissione giudicatrice: l’ex segretario generale Vincenzo Montillo (presidente), segretario generale del comune dell’Aquila, e gli avvocati esperti di diritto amministrativo Paola Di Marco e Carlo Montanino.

Con questa decisione, di cui si conosceranno entro 40 giorni le motivazioni, il giudice per l’udienza preliminare Guido Campli ha definito ieri la prima delle quattro vicende processuali che riguardano l’ex sindaco di Pescara, accusato di abuso patrimoniale nell’ambito del procedimento sul concorso che portò all’assunzione del suo ex braccio destro in Comune: dovrà comparire davanti al tribunale collegiale tra un mese, il 26 marzo.

Per il giudice, che ha parzialmente accolto le richieste del pm Paolo Pompa, fu dunque falsa la dichiarazione che Dezio produsse in sede di concorso, con la quale attestò di avere svolto attività dirigenziale in Regione, tra il 2000 e il 2003, quando era responsabile della segreteria del gruppo consiliare dei Popolari: secondo l’accusa, si trattava invece di contratti di collaborazione coordinata e continuativa con un gruppo politico (per il presunto falso nell’attestazione dei requisiti è aperta una inchiesta parallela che vede indagato un ex funzionario della Regione).

Il gup, tuttavia, circoscrive la colpevolezza a una quota delle certificazioni rese per partecipare al concorso, evidentemente ritenendo valide le altre dichiarazioni contestate dal pm, che per Dezio, assistito dagli avvocati Medoro Pilotti Aielli e Marco Spagnuolo, aveva chiesto una condanna a otto mesi di reclusione. Ma i difensori si preparano già al ricorso dopo aver letto le motivazioni della sentenza.

Con una udienza fissata in tempi rapidissimi, Campli manda inoltre davanti ai giudici anche l’ex sindaco D’Alfonso (difeso da Giuliano Milia) che, secondo l’accusa, avrebbe assicurato un vantaggio a Dezio prima avendolo ammesso senza concorso a svolgere funzioni di dirigente comunale, quindi avendogli assegnato un incarico per sei mesi e quindi di un anno nel settore «Provveditorato ed economato» e «Provveditorato e patrimonio», in questo modo precostituendo titoli utili ai fini del concorso.

Campli esclude invece ogni responsabilità da parte dei componenti della commissione giudicatrice (assistiti da Augusto La Morgia e Giulio Cerceo), che erano stati accusati di abuso in concorso per avere prima ammesso Dezio alla prova e poi approvato la graduatoria finale: «Un fatto dovuto» è stato l’unico commento dell’avvocato La Morgia al termine dell’udienza.

L’amministrazione comunale, intanto, annuncia che la sentenza di condanna di Dezio, ex dirigente del settore Patrimonio, ora all’Anagrafe sarà esaminata dal direttore generale Stefano Ilari: «Vogliamo verificare se ci sono provvedimenti da assumere» ha detto il sindaco Luigi Albore Mascia, «ma con assoluta cautela: cercheremo di capire se è sufficiente il dispositivo o se sarà necessario attendere le motivazioni, quindi faremo ciò che le norme prevedono, senza discrezionalità. Non c’è alcun intento persecutorio».