Infrastrutture, l'Abruzzo in rosso

Legnini (Pd): in 32 mesi neanche un soldo, Mascitelli (Idv): fondi negati

PESCARA. La convocazione inviata dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli a Gianni Chiodi per riscrivere l'intesa Stato-Regione (6 miliardi di fondi) allarma il presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera, che ieri aveva denuncianto i ritardi della Regione nella redazione dei progetti: «La nuova intesa non va firmata, rischiamo di far saltare tutti i progetti del Master plan, e si allungherebbero i tempi anche per i progetti indicati come prioritari dal governatore. Ci vorrebbero sei mesi per riavviare il tutto. Oggi l'unico finanziamento certo è quello per la diga di Chiauci», spiega l'imprenditore, «e l'unico assessorato che si è mosso bene è quello all'Agricoltura di Mauro Febbo, che ad agosto ha approvato un atto aggiuntivo all'intesa generale».

Il report di Confindustria, anticipato ieri dal Centro, sui finanziamenti in bilico e le responsabilità della Regione ha allarmato gli amministratori locali e acceso il dibattito nei partiti. Critico è il senatore del Pd Giovanni Legnini: «Ha fatto benissimo il presidente di Confindustria Chieti a denunciare lo stallo della realizzazione delle infrastrutture in Abruzzo. Ma c'è un'imprecisione di sostanza: non è vero che l'Abruzzo rischia di perdere i fondi, perché le risorse cui si riferisce il presidente Primavera semplicemente non ci sono, non sono mai state stanziate e quella conquistate con il governo Prodi sono state soppresse dal governo Berlusconi». «Abbiamo più volte denunciato lo scippo dei fondi da parte del governo» sottolinea Legnini, «cui è seguito il silenzio del presidente della Regione e a volte il consenso degli esponenti abruzzesi del centrodestra. A inizio legislatura, con il decreto Ici prima casa, sono stati azzerati i fondi per la ferrovia Pescara-Roma stanziati da noi (160 milioni di euro), successivamente è toccato alle risorse per la fondovalle Sangro (91 milioni) e al porto di Ortona (36 milioni) precedentemente inseriti nei fondi Fas nazionali. Con il decreto Incentivi auto sono stati poi azzerati i fondi destinasti all'Abruzzo per il campus automotive e per finanziare gli accordi di programma-quadro». Secondo Legnini «siamo in presenza di un vero record nella storia repubblicana: in 32 mesi di governo Berlusconi nemmeno un euro è stato assegnato per le infrastrutture in Abruzzo, con una sottrazione di oltre 400 milioni di euro. Noi continuiamo a ribadire la nostra volontà di sostegno in ogni sede delle ragioni dell'Abruzzo, ma in mancanza di concreti segnali questa disponibilità non può permanere all'infinito».

«Finalmente Confindiustria ha aperto gli occhi», è il commento del senatore Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale dell'Italia dei valori:»peccato che quattro mesi fa, a ottobre 2010, quando abbiamo lanciato pubblicamente l'allarme che, in sede di approvazione dei documenti allegati all'atto fondamentale nella programmazione delle risorse dello Stato rappresentato dalla Decisione di Finanza Pubblica (Dfp), per l'Abruzzo erano previste solo briciole, nessuno degli operatori economici ci ha dato ascolto, nessuno all'interno della giunta regionale ha sentito il dovere di chiarire agli abruzzesi come stavano realmente le cose». Per Mascitelli la situazione è grave: «Nel quadro programmatico dell'allegato alla Dfp dove sono inserite le opere prioritarie da avviare, da cantierare e ove possibile completare, con un valore globale di interventi pari a 110 miliardi di euro, l'Abruzzo è presente soltanto per l'intervento dell'Anas sull'arteria stradale Aquila-Navelli, per un importo di 91 milioni e per la diga di Ponte Chiauci sul fiume Trigno da parte del Consorzio di Bonifica Sud per un importo di 25 milioni». Non va meglio con l'aggiornamento del programma degli interventi derivati dalle delibere Cipe del 2001 e 2006 (231 miliardi di euro) dove l'Abruzzo, dice Mascitelli «è presente soltanto con la strada Teramo-Giulianova-San Benedetto del Tronto per un importo di 33 milioni, la Pedemontana Abruzzo-Marche dove non sono chiariti i finanziamenti disponibili, la galleria di sicurezza Gran Sasso per un importo di 56,8 milioni e il potenziamento dell'acquedotto del Ruzzo primo lotto per 36 milioni di euro».

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